Emergenza AIDS tra i profughi: metà è infetto

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Il direttore delle forze di contrasto all’immigrazione clandestina di Kufra, nella zona sud-orientale della Libia, al Fadhil, ha denunciato che i suoi uomini hanno riscontrato innumerevoli “casi di Aids tra gli immigrati presenti nei centri di detenzione”.

Parlando al giornale libico “al Wasat”, al Fadili ha spiegato che “di recente la Mezzaluna rossa locale ha svolto le analisi del sangue su 1050 migranti illegali presenti a Kufra. E’ emerso che in 400 hanno il virus dell’Hiv. Molti altri hanno l’epatite B. Provenivano per la maggior parte da paesi con un basso livello di istruzione e sono stati tutti rimpatriati”. Praticamente la metà.

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Per questo al Fadhil ha chiesto “aiuto per l’apertura di centri sanitari e sostegno alle forze che combattono il fenomeno dell’immigrazione illegale nelle zone di confine in particolare del sud della Libia”, come al Jaghbub, al Qatarun, al Shati, Sebha e Ghat. E’ necessario, ha aggiunto al Fadhil “aiutare le forze a controllare i confini meridionali della Libia con auto e mezzi e anche darci la possibilità di curare i nostri uomini che spesso rimangono feriti in sparatorie con i contrabbandieri e non possono essere curati. Bisogna pagare i militari che vanno a lavorare nelle zone di confine del sud in pieno deserto con stipendi elevati in modo da convincerli ad andare in quelle zone”.

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