Assalta una caserma e picchia i militari, niente carcere per migrante

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Mohamed è stato condannato a 3 anni: due per la resistenza e uno per il tentato furto. Questa la pena per un immigrato che ha assaltato con dei complici una caserma:

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Mohamed ha anche chiesto il gratuito patrocinio. Saranno quindi i contribuenti italiani a pagargli l’avvocato.

Assistito dall’avvocato Mario Leone, ha patteggiato, e questo, secondo le demenziali legge italiane, gli consente lo sconto di un terzo della pena. Così, per magia. La condanna scende così a due anni, e sappiamo che le pene inferiori ad un certo numero di anni non prevedono il carcere, nell’immaginifico mondo del PD, quindi il giudice opta per l’espulsione, visto che è clandestino. Peccato che nessuno voglia mohamed, che una volta entrato in Italia e accolto ha strappato i documenti: ergo, non si sa da dove venga. Quindi non si sa dove rimandarlo.

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Nel caso in cui non si riuscisse ad accertare la sua reale provenienza, il nordafricano dovrà essere preso in consegna dalla Questura che lo affiderà a uno dei tanti centri di identificazione sparsi sul territorio. Ma la prassi, dicono dal tribunale, è che dopo qualche giorno, il soggetto si allontana dal centro e fa perdere le proprie tracce. E si ricomincia.

Ora vi elenchiamo cosa dovrebbe invece accadere a personcine come Mohamed che non svelano la propria identità. L’Italia ‘affitta’ un qualche penitenziario in una regione desolata dell’Africa e lo riempie di questi ‘apolidi per convenienza’, e li rimarrebbero a scontare la pena. Poi via, fatti uscire nel territorio desolato e buona fortuna.