Capitano Ultimo a Renzi: “Stai sereno”

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«Stiano sereni tutti, perché mai abbiamo voluto contrastare Matteo Renzi o altri politici, mai abbiamo voluto alcun potere. L’unico golpe che vediamo è quello perpetrato contro i cittadini della Repubblica, quelli che non hanno una casa e non hanno un lavoro».

Sono le parole del Capitano Ultimo, Sergio De Caprio, colonnello dell’Arma. Ha arrestato Totò Riina con un pugno di fedelissimi, agendo nell’ombra, fuori dalle gerarchie, avendo a modello gli indiani Apache. Non ha potuto arrestare l’abusivo Renzi.

La partita mortale con Matteo Renzi, quella «bomba che se lei vuole può far esplodere», come disse al procuratore di Modena, Lucia Musti, (e lei ha riferito al Csm: «Pensai: questi sono degli esagitati») è soltanto l’ultima di una lunga serie. Da quando quindici anni fa ha mollato la mafia e s’è dedicato ai politici, De Caprio ne ha inanellati di «scalpi» eccellenti. C’era lui dietro l’inchiesta che costrinse Alfonso Pecoraro Scanio alle dimissioni da ministro dell’Ambiente del governo Prodi. Era il 2008, quel governo prese a traballare, e si cementò il rapporto con il pm John Henry Woodcock, che era ancora in servizio a Potenza, ma presto sarebbe arrivato a Napoli.

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C’erano ancora De Caprio e Woodcock dietro l’inchiesta che ha incastrato Umberto Bossi e il tesoriere Belsito. Il faccendiere vicino a Berlusconi Lavitola, il procacciatore di donne Giampaolo Tarantini e altri. Ma Puoi arrestare Riina. Puoi rompere le palle a Bossi e Berlusconi. Non puoi toccare il PD.

Renzi entra nel mirino del Noe e di Woodcock quando è ancora sindaco di Firenze. Lo intercettano mentre parla il generale Michele Adinolfi della Gdf.

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Come la pensi il colonnello De Caprio sui politici, in fondo, non l’ha mai nascosto. «Vi saluto – scriveva in una lettera aperta ai sottoposti del 2015, all’atto di lasciare il comando delle operazioni del Noe – nella certezza che senza mai abbassare la testa, senza mai abbassare lo sguardo e senza mai chiedere nulla per voi stessi, continuerete la lotta contro quella stessa criminalità, le lobby e i poteri forti che la sostengono». Una sacra corona del male, cui si oppone un pugno di carabinieri eroi. Ma che conta. «L’amore che abbiamo per il nostro popolo è così grande che ti fa dimenticare tutto», disse in un’intervista. Ieri il colonnello diceva: «Non sono un esaltato, ho sempre servito onestamente lo Stato. Sono i giornali che hanno montato questa roba su Renzi».

E tramite il suo legale, Francesco Romito, risponde alle “gravissime accuse infondate” mosse nei suoi confronti nella vicenda Consip e si dice pronto a “un pubblico confronto” per “esercitare i diritti di difesa e di informazione al cittadino”. L’obiettivo è quello di dissipare ogni dubbio rispetto a “paventate minacce alle Istituzioni ed altre azioni eversive” cui hanno fatto riferimento “diversi parlamentari”, il “ministro della Difesa e infine il premier”.

“Vista l’escalation mediatica delle vicende legate all’indagine Consip ed alle gravissime accuse infondate rivolte al Capitano Ultimo ed ai suoi carabinieri, riteniamo doveroso – afferma il legale, per conto di De Caprio – renderci disponibili ad un pubblico confronto al fine di chiarire dubbi e sospetti.