Almeno 883 i ricchi clandestini sbarcati in yacht quest’anno nella sola Sicilia (quelli scoperti). Ma molti altri approdano in Puglia o su spiagge non controllate dalla guardia costiera. E’ facile per queste imbarcazioni evitare i controlli, soprattutto d’estate e soprattutto rispetto ai classici gommoni.
Carlo Parini, ispettore di polizia, ha raccontato al Guardian: «Ho visto i medici siriani, avvocati afghani e magistrati, professori iracheni e imprenditori che uscivano da queste barche».
Questo tipo di traffico viene gestito da bande ucraine o turche. Spesso le imbarcazioni vengono affittate.
Ma non ci sono solo loro. C’è anche un’altra categoria di immigrati. Quelli che partono dalla Tunisia e non viaggiano né su mezzi di fortuna e neppure su lussuose imbarcazioni. Preferiscono una via di mezzo, veloce e sicura: gommoni dotati di tre motori fuoribordo da 400 cavalli. La Guardia costiera non può neppure immaginare di competere. Sbarcano su spiagge isolate della Sicilia. In ogni traversata ci sono venti trenta ospiti, pagano in media 3mila euro (incasso per i trafficanti da 60 a 90mila euro). Raggiungono la costa italiana in quattro ore.
Pochi rispetto a quelli incassati dagli scafisti del lusso. Solo ad Augusta, Sicilia, sono stati sequestrati undici yacht. Su ognuno una trentina di cosiddetti rifugiati di lusso. Hanno pagato ottomila euro a testa per il viaggio: ottomila! Ogni viaggio consente ai trafficanti di intascare 240mila euro.
L’ennesima dimostrazione di come in Italia sbarchino non solo finti profughi africani in cerca del nostro welfare. Ma anche i ricchi e le classi privilegiate di Siria e Afghanistan. Gente che sfrutta la guerra per trasferirsi. Ma che in realtà non fugge da alcuna guerra.