Stupri Rimini, preso anche connazionale Kyenge: è capobranco

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È stato preso nella notte a Rimini il quarto giovane del ‘branco’ autore degli stupri a Rimini. Si chiama Guerlin Butungu, 20 anni, congolese, rifugiato residente a Vallefoglia, nel Pesarese. Si nascondeva alla stazione di Rimini. E’ stato preso dagli agenti dello Sco e della Squadra mobile di Rimini e Pesaro. E’ considerato il ‘capobranco’.

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“Gli ho detto di andare subito dai carabinieri. Può capitare che uno rubi un telefonino, ma non che uno violenta una donna. Se hanno fatto una cosa del genere devono pagare”. Sono le parole al Resto del Carlino del padre dei due fratelli marocchini di 15 e 17 anni residenti a Vallefoglia, nel Pesarese, che ieri si sono presentati in caserma per ammettere il loro coinvolgimento nel doppio stupro di Miramare di Rimini. Grazie alle loro indicazioni è stato in seguito fermato un nigeriano 16enne e poi nella notte è stato rintracciato anche il capobanda, un congolese di 20 anni, Guerlin Butungu. Il padre, 51 anni, ha spiegato di aver riconosciuto i figli dalle foto diffuse sui giornali e che ieri il figlio 17enne è tornato a casa piangendo. “Mi ha detto che lui era con suo fratello e altri due loro amici, un congolese e un nigeriano, a Rimini. Hanno partecipato allo stupro di cui si parla da giorni”.

Il capobranco del doppio stupro di Rimini, Guerlin Butungu, 20 anni, rifugiato congolese, secondo la cooperativa che gestisce il servizio di accoglienza di Pesaro a spese dei contribuenti, finora non avrebbe dato problemi di comportamento. Non andava a comunicare alla coop dei suoi stupri.

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Butungu il 25 novembre del 2015 era entrato, spiega la giornalista Valentina Antonioli, nella prima accoglienza nella comunità di Acquaviva di Cagli (PU). Dopo aver ricevuto lo stato di rifugiato entrò nello Sprar Invictus di Pesaro da settembre 2016 fino al 22 aprile 2017, abitando nella struttura collettiva Freedom di Pesaro che accoglie 15 rifugiati.

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Ha seguito corsi di cameriere dal 19 dicembre 2016 all’11 gennaio 2017 nel ristorante fanese “La Perla” (PAGINA FACEBOOK DEL RISTORANTE PER LASCIARE I VOSTRI COMPLIMENTI). Ha svolto anche un tirocinio lavorativo prima di lasciare lo Sprar. “Mai creato problemi né avuto comportamenti inadeguati, seguendo le regole del servizio”, ha detto Cristina Ugolini, ma secondo Rtv chi lo conosce aveva notato negli ultimi tempi una cura negli abiti, particolarmente costosi, che aveva provocato qualche domanda alla quale Butungu aveva risposto elusivamente.

Paghiamo i fancazzisti congolesi in fuga dalla guerra in Siria perché stuprino le turiste. Li inseriamo nel mondo del lavoro a discapito dei nostri ragazzi per arricchire sfruttatori e cooperanti.