PROFUGHI SEQUESTRANO MAMMA E BIMBO, QUARTIERE IN RIVOLTA ASSEDIA CENTRO

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FOLLA ASSEDIA CENTRO PROFUGHI PER LIBERARE UNA MAMMA E IL SUO BIMBO, ACCOLTELLATO AGGRESSORE

Quartiere in rivolta nella notte e assedio al centro di accoglienza di via del Frantoio, in zona Tiburtino Terzo alla periferia di Roma.

Da una prima ricostruzione, tutto è nato da una ‘lite’ in strada tra un fancazzista eritreo di 40 anni, ospite della struttura, e alcuni ragazzini.

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Poco dopo una mamma è andata nel centro per protestare e lì è stata sequestrata da una cinquantina di profughi, a quel punto ha chiesto aiuto e circa 50 residenti hanno assediato i cancelli. L’eritreo è stato accoltellato alla schiena. Indagano i carabinieri.

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Questi si sono permessi di ‘trattenere’ una mamma e il suo bambino: si chiama sequestro di persona. Urgono arresti. Ed espulsioni.

Fabrizio Ghera, capogruppo di Fdi-An in Campidoglio, ricorda di aver più volte chiesto la chiusura della struttura che accoglie più di 100 migranti anche se la sua capienza massima è di 60 unità e attacca la giunta Raggi: “I fatti della scorsa notte al Tiburtino III rappresentano il sintomo di una situazione che ha superato i livelli di sicurezza e che rischia ora di trasformarsi in un’emergenza sociale”. “Ricordiamo peraltro – aggiunge – che la struttura in via del Frantoio confina con la scuola materna ed elementare Fabio Filzi” e ne chiede nuovamente la chiusura: “La Raggi non si fermi agli annunci, basta con la scellerata decisione di scaricare nelle periferie il peso dell’immigrazione selvaggia. Dopo lo sgombero di piazza Indipendenza è necessario riportare la legalità a Roma, si proceda quindi a liberare anche tutte le altre strutture occupate e illegali sparse nella Capitale”.

Mauro Antonini, responsabile di Casa Pound nel Lazio, che da tempo si occupa del tema, attacca: “Avevamo avvertito le istituzioni e le autorità che quel centro andava chiuso: sono ospitati più di quanti la struttura ne possa contenere, non sono rifugiati politici, bivaccano per strada dal mattino a notte fonda, degradando la parte della struttura adiacente alla scuola elementare del quartiere. Solo chi specula sul business dell’accoglienza come associazioni e movimenti della sinistra romana poteva accusarci di razzismo e raccontare la favola della pacifica convivenza”.

Non si convive con gli invasori. Gli invasori si cacciano.