Roma ostaggio dei profughi: “Case in centro o violenza”

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Il piano era di resistere. Perlomeno fino alla manifestazione di domani pomeriggio all’Esquilino.

Un corteo pubblicizzato sul sito web del Coordinamento Cittadino Lotta per la Casa. Movimento nato nel 1988 che sta dietro ai disordini degli ultimi giorni. Sarebbero loro ad aver addestrato e convinto gli occupanti a rimanere lì a ogni costo. L’accusa viene dalla Prefettura: «Le operazioni si sono svolte in condizioni di assoluta sicurezza, nonostante la prevedibile e decisa opposizione degli occupanti e l’azione di infiltrazione posta in essere dai movimenti di lotta per la Casa che ha indotto gli occupanti accampatisi in piazza Indipendenza a rifiutare sistemazioni alloggiative alternative, determinati a rimanere in strada fino alla manifestazione con corteo indetta dagli stessi comitati per sabato».

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Una tecnica che per i Comitati non sarebbe certo nuova. In un’inchiesta del Tempo risalente all’inizio dell’occupazione si documentava la presenza a via Curtatone di Luca Fagiano, uno dei boss delle «okkupazioni» romane e leader del Movimento per il diritto alla Casa, circolo vicino al Coordimento Cittadino. Nell’articolo si racconta come spesso i movimenti utilizzino i migranti per farsi scudo delle loro occupazioni e conquistare postazioni utili nella capitale. Tra l’altro i movimenti sono soliti chiedere il pagamento di una tassa alle persone che entrano negli stabili conquistati, una tessera periodica obbligatoria il cui importo può variare a seconda dei casi. Non solo. Ma gli «ospiti» sono anche costretti a presenziare alle manifestazioni organizzate dai movimenti e ai comizi dei politici amici. Tutta manodopera gratuita, che arriva anche in soccorso a far scudo contro i blitz delle forze dell’ordine negli stabili presi sotto sequestro.

Ora Comune e prefettura cercano accelerazioni per trovare alloggi agli sgomberati ed evitare saldature pericolose col corteo. Ufficialmente si sa che la società che gestisce l’immobile la «Se.A.» ospiterà per sei mesi 80 persone in un complesso di villini vicino Roma. Il Campidoglio avrebbe, inoltre, trovato una sistemazione per altri rifugiati in periferia. Alloggi graditi agli sgomberati che, su consiglio dei Comitati per la Casa, avrebbero cambiato idea: un grande palazzo così non si trova tutti i giorni.

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Via Curtatone è una delle 4 grandi occupazioni di rifugiati a Roma assieme al Collatino, Ponte Mammolo e Tor Vergata. Spazi autogestiti, chiusi. Situazioni esplosive alla luce del nuovo «Decreto casa». Perché chiunque occupa senza titolo non può chiedere la residenza. A rivelare il cambio di rotta è stato il portavoce degli eritrei, Adhanam, dicendo che l’occupazione doveva essere dimostrativa per poi decidere di restare.

Ora il Coordinamento prende tempo. E proclama: «Prefettura e Campidoglio scelgono di gettare benzina sul fuoco. Inseguendo la pancia del paese, si vuole mostrare all’opinione pubblica il pugno duro del governo. Ma lo fa contro il nemico sbagliato». Nel comunicato fiumi di parole sulle giuste ragioni di chi occupa. Con passi memorabili: «Nel 2015 ci sono stati 10.200 sfratti esecutivi nella sola provincia di Roma, di cui il 90% per morosità incolpevole. Ossia impossibilità a pagare l’affitto per le conseguenze della crisi economica». Bene, anche noi da oggi siamo autorizzati a non pagare (almeno) il condominio. C’è crisi. Ci difendono loro con l’amministratore.

Abbiamo rifornito gli estremisti di ‘carne da corteo’. La cosa delirante è che le cosiddette autorità cerchi case in centro per i clandestini, per il timore che ‘manifestino’.

Invece di rimandarli a casa loro. In Africa. Sono gli effetti di anni di sbarchi indiscriminati