Poliziotti furiosi: “Aggrediti da Profughi armati che esigono casa in centro”

Vox
Condividi!

“Quei migranti erano armati e pericolosi. Questo fa parte dell’accoglienza?”.

Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, è una furia, vede nella guerriglia islamica di ieri a Roma in Piazza Indipendenza il simbolo “dell’insufficienza e dell’inadeguatezza” di un sistema che ha “superato di molto il limite della propria resistenza”.

L’immigrazione massiccia e l’inadeguatezza delle scelte amministrative, secondo Pianese, “stanno mettendo a dura prova la sicurezza interna del Paese e soprattutto stanno mettendo a serio ed ulteriore rischio l’incolumità degli appartenenti alle forze dell’ordine, lasciati soli a fronteggiare ogni aspetto ed ogni risvolto di questa situazione, compresi quelli più violenti e pericolosi”. Come successo ieri nella Capitale. “Che a Roma un folto gruppo di migranti aggrediscano gli agenti impegnati in uno sgombero, armati di tutto punto con bombole, http://voxnews.info/wp-admin/media-upload.php?post_id=166699&type=image&TB_iframe=1bottiglie incendiarie e quant’altro è gravissimo e intollerabile. Ci chiediamo, anche questo fa parte dell’accoglienza di cui certa politica si vanta tanto?”.

Vox

Roma ostaggio dei profughi: “Case in centro o violenza”

“Protestare perché si pretende una casa al centro della Capitale alle condizioni che più aggradano non ha nulla a che fare con le richieste di aiuto di chi fugge da fame e miseria – insiste Pianese -. Moltissimi italiani non hanno un tetto sulla testa né possono scegliere come essere aiutati perché quasi ‘invisibili’”.

Sono i famosi profughi africani in fuga dalla guerra in Siria.

VERIFICA LA NOTIZIA

“Qualsiasi sia la richiesta da fare a un Paese che tenta di accogliere, aggredire le Forze dell’Ordine rischiando di ammazzare qualcuno non è certamente un modo giustificabile o tollerabile. È un comportamento illecito gravissimo, senza se e senza ma. Se in quella piazza affollata, in mezzo ai colleghi, fosse scoppiata una bombola di gas o fosse divampato un incendio a causa di una bottiglia colma di liquido infiammabile, saremmo qui a esprimere solidarietà per morti e feriti. Questo scempio deve finire. Servono soluzioni sostanziali che ci sottraggano dall’obbligo, troppo comodo per qualcuno, di dover arginare con le nostre sole mani situazioni non solo metaforicamente esplosive”.