Non esistono Italiani di colore e nigeriani bianchi

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L’ultimo caso di emergenza ‘razzismo’ è quello della giovane ghanese con cittadinanza italiana, alla quale non è stato garantito il privilegio di partecipare ad un concorso canoro per soli italiani (veri):

Verona, linciato perché al concorso di canto accetta solo italiane (vere)

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Un privato ha tutto il diritto di decidere chi e come possa partecipare ad un concorso privato. E le sue decisioni non dovrebbero essere influenzate dalle bizzarre scelte statali che decidono che una ghanese è italiana solo perché vive in Italia o, in altri casi, che un trans deve poter partecipare a Miss Italia, solo perché lo Stato ha deciso che dopo l’operazione è diventato donna.

Perché state certi, è la stessa cosa. Parte dello stesso fenomeno culturale che nega l’oggettività della realtà: non esistono italiani o africani, maschi o femmine, ma solo entità fluide che sono l’una e l’altra cosa a seconda del momento: chiamatelo indeterminismo morale.

In casi come quelli della ragazza ghanese, si scomoda sempre il razzismo. Ma non c’entra nulla, il razzismo, con il volere seguire la natura oggettiva invece della soggettività delle leggi: per natura non esistono neri (più correttamente negri) italiani, come non esistono italiani cinesi, il fatto che qualcuno, per legge, decida che Garibaldi è francese, perché Nizza è passata alla Francia, non lo rende tale. Se un gatto nasce in un canile, non abbaierà.

E non è razzismo. Perché il razzismo implica il disprezzo di un individuo in quanto appartenente ad una razza specifica: ma nessuno di noi si sognerebbe di disprezzare il giapponese Mishima, Tȟašúŋke Witkó e tanti altri popoli. Ma è offensivo, oltre che demenziale e illogico, volere considerare ‘italiano’ chi italiano non è, solo perché nato o residente in Italia. Essere italiano non è un valore, è un dato di fatto. E se qualcuno organizza un concorso per italiani, ha tutto il diritto a non fare partecipare chi lo è solo di carta. E non di fatto.