Vicenza: Coop affitta profughi a imprese per 500 euro al mese

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IL COMITATO PRIMANOI REPLICA ALLE PAROLE DEL FONDATORE DI DIMENSIONE IMPRESA, SOCIETA’ HA IN GESTIONE 140 SEDICENTI PROFUGHI NEL VICENTINO

Sulle pagine del Giornale di Vicenza è uscita un’interessante intervista a Enzio Miotti, socio fondatore di Dimensione Impresa, una società che in provincia di Vicenza ha in carico 140 sedicenti profughi di cui alcuni sono stati inseriti in aziende sotto la formula degli stage a 500 euro al mese. L’intervista ha provocato la reazione stizzita del portavoce del comitato di cittadini PrimaNoi, il quale a caldo ha affermato che le parole di Miotti rappresentano “la quintessenza dell’ipocrisia” in quanto ha dichiarato che non esiste alcun business e che i costi vivi per la gestione dei migranti sono talmente alti da ridurre al minimo il profitto. “Ci toccherà fargli una colletta per arrivare a fine mese, mentre alla sua dipartita verso miglior vita verrà eretto un busto in suo onore per la sua opera meritoria verso la comunità vicentina” -commenta sarcasticamente Cioni.Vrappresentano, come diceva Marx, il tipico esercito industriale di riserva pronto ad entrare nelle filiere della produzione a prezzi stracciati coperti da dei contratti fittizi come spesso risultano essere gli stage”.

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Il ragionamento del portavoce del comitato fa leva altresì sulle difficoltà dei giovani italiani a trovare un’occupazione: “Non è vero che non ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare, almeno non è sempre così, ma ci sono lavori che gli italiani non sono disposti a fare per pochi euro all’ora. Con ogni evidenza siamo al cospetto di una sovrana ingiustizia verso il popolo italiano, perchè le società come quella di Miotto creano le condizioni ideali per una sostituzione dei lavoratori italiani con una nuova manodopera disposta a tutto pur di sopravvivere, anche a fare per 3 euro all’ora ciò che un giovane veneto difficilmente farebbe” – ha concluso il portavoce di PrimaNoi.

Ecco come distruggere il tessuto sociale e produttivo, con l’immissione di un esercito di riserva di marxiana memoria nel mondo del lavoro. In questo modo si espelle il lavoratore italiano che non può competere con gli schiavi importati.