MARCINELLE, EMIGRATI ITALIANI IN RIVOLTA CONTRO BOLDRINI: “HAI OFFESO I NOSTRI MORTI”

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“Anniversario tragedia Marcinelle ci ricorda quando i migranti eravamo noi”, queste le parole che Laura Boldrini, preceduta da Mattarella e Alfano, ha utilizzato per ricordare la morte di 136 italiani in una miniera belga.

Nel giorno in cui si ricorda la tragedia di Marcinelle, l’incendio di una miniera di carbone in Belgio in cui nel 1956 persero la vita 262 minatori, di cui più di cento nostri connazionali le parolacce di Boldrini e Mattarella non sono andate giù agli italiani. Tra questi anche alcuni personaggi pubblici. Tra i quali Jerry Calà, la cui reazione ha fatto molto discutere:

“A loro non li ha aiutati nessuno a casa loro. Lavoravano, mandavano a casa i soldi e poi, ma poi…, si facevano raggiungere e si integravano”.

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“Non paragoniamo nostri emigrati per piacere! Loro chiusi in baracche da cui uscivano solo per lavorare e rientravano per farsi da mangiare”, scrive rabbioso Calà, che aggiunge: “Mio zio è morto in Belgio nelle miniere per mantenere la famiglia italiana. Mi permetto di parlare perché ne sono parente e in quegli anni ci sono stato. In Svizzera, in Belgio, in Germania. Ma che c… dite?!!!!”, la sua replica a un follower boldrinista.

“Non facciamo paragoni assurdi per piacere! Gli emigranti italiani venivano trattati come animali da soma…pulitevi la bocca”.

Ma ha offeso in particolar modo chi a Marcinelle c’era. E ai loro figli. Uno di loro è Aldo Carcaci, figlio di un emigrato italiano e oggi deputato belga, che contattato da IlGiornale.it ha voluto esternare tutto il suo sdegno, dicendosi esterrefatto da quanto sentito in una giornata che dovrebbe essere di ricordo e dolore.

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“Mi sento offeso dalle parole che ho sentito. Così come è offesa la memoria delle persone che hanno perso la vita nella miniera di Marcinelle – ha detto – Paragonare quegli immigrati con quelli di oggi è sbagliato. Quando mio padre nel 1947 è andato in Belgio c’èrano degli accordi tra i due Paesi. C’era, da parte del Belgio, una richiesta di lavoratori. In Italia invece i giovani non hanno un impiego ed è quindi impensabile riuscire ad aiutare tutti i ragazzi africani che arrivano ogni giorno sulle nostre coste. Inoltre – continua Carcaci – noi ci siamo integrati, abbiamo studiato, imparato la lingua e lavorato anche se subivamo episodi di razzismo”.

E c’è di più. Perché oggi, l’Italia torna ad esportare lavoratori. Mentre la cricca politica che ci sgoverna pretende di ospitare milioni di immigrati “perché c’è bisogno”. Demenziale. Criminale e demenziale.

Il problema è che l’assimilazione dell’emigrazione italiana con l’invasione attuale degli immigrati è molto diffusa in quella cloaca culturale in cui galleggiano gli intellettuali progressisti. Ricordiamo Saviano che sputò sugli emigranti italiani pur di fare una marchetta al piano kalergi:

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