LIBIA BLOCCA E RIPORTA INDIETRO 800 CLANDESTINI, GOVERNO ITALIANO PROTESTA

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Nella serata di ieri, altri 137 clandestini che stavano tentando di arrivare in Italia sono stati bloccati dalla Guardia Costiera libica.

A darne notizia il responsabile dell’agenzia libica per l’immigrazione clandestina. I migranti, provenienti da diversi Paesi africani, erano a bordo di un gommone intercettato stamane a circa 23 miglia (40 chilometri) a nord di Sayyad, un villaggio costiero ad ovest di Tripoli e poi trasferiti in una base della Marina nella capitale dove sono stati rifocillati e rinfrescati. Poi, a bordo di pullman, sono stati trasferiti alla periferia orientale di Tripoli, nel quartiere di Tajoura e sono stati consegnati all’agenzia anti-immigrazione. Nella serata precedente, invece, le squadre della Guardia Costiera libica avevano bloccato altre centinaia di fancazzisti davanti alle coste del paese. Tra loro, tunisini, marocchini, algerini, libici e sudanesi. Un altro gruppo di 128 persone, tra cui si trovavano molte donne e bambini è stato tratto in salvo a nord di Sabratah.

La cosa non è andata giù al governo italiano, che aveva già pronte le navi della guardia costiera per trasbordarli dalle navi Ong a Lampedusa.

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Il governo ha infatti protestato attraverso il viceministro degli Esteri, Mario Giro, che in un’intervista alla Stampa ha detto: “Le nostre navi continueranno a raccogliere i migranti. Sarebbe auspicabile, anche quelli ospitati da imbarcazioni bloccate dalla Guardia costiera libica, quando le nostre imbarcazioni siano in condizione di poterlo fare. Perché riportarli in Libia, in questo momento, vuol dire riportarli all’inferno”.

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Insomma, il governo italiano finge di volere risolvere il problema, ma per loro non lo è. E’, invece, una grande risorsa economica. Un business indecente.

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Un pensiero su “LIBIA BLOCCA E RIPORTA INDIETRO 800 CLANDESTINI, GOVERNO ITALIANO PROTESTA”

  1. Qualcuno in Libia ha capito che, con la scusa degli immigrati, gli eserciti europei l’avrebbero invasa.
    Forse il mentore è in Russia

I commenti sono chiusi.