Prof che critica Islam perseguitato come dissidente: questa preside manda ispettori a casa – FOTO

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«Non sapevo nemmeno dell’esistenza di una commissione simile». Pietro Marinelli, docente di diritto all’Istituto tecnico Falcone-Righi di Corsico (Milano), è esterrefatto. Si gira e si rigira quella raccomandata tra le mani e accenna a un sorriso: «La preside ha chiesto nei miei riguardi una visita di controllo alla Commissione medica della Sovrintendenza della Lombardia per accertare la mia idoneità all’insegnamento, solamente i dissidenti sovietici venivano trattati a questo modo».

Ma per spiegare la sua storia occorre fare un passo indietro:

Milano: Prof critica Islam, sospeso e multato

«Ho domandato ufficialmente, almeno tre volte, di vedere la relazione scritta che è stata inviata agli uffici regionali ma non mi ha mai risposto nessuno, certo la tempistica non aiuta a eliminare i dubbi».

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«Non sono ancora stato convocato», chiarisce, «ma il punto non è tanto questo. Il punto è ben altro e riguarda un po’ tutti: io non ho criticato l’islam, e a maggior ragione non ho criticato la mia allieva che conosco addirittura da cinque anni. Mi sono limitato a esprimere alcuni miei giudizi personali, e anche in maniera pacata. Se in questo Paese non possiamo più dire una parola sulle altre religioni abbiamo chiuso con la democrazia e prima ancora abbiamo finito con l’insegnamento». Come se, invece, criticare l’Islam dovesse invece portare a ‘punizioni’. Questo altro non è che l’applicazione in Italia della Sharia.

A difendere Martinelli la Lega, il suo vicepresidente lombardo, Fabrizio Cecchetti, ha presentato una interrogazione per fare chiarezza e tutelare la libertà di espressione.

Ma – lamenta il docente – nell’istituto i commenti di sostegno sono stati pochi e timidi. «Da tutta questa vicenda esco disturbato, come pensa la preside», trova anche la forza di scherzarci su, «ma i motivi sono ben altri: non ho mai avuto la reale possibilità di difendermi».

Diciamo forte e chiaro, tanto per fare capire che nessuno può dire ad un altro cosa dire né tantomeno pensare: l’Islam è una religione oscurantista. Come lo sarebbe il Cristianesimo se non si fosse plasmato sulla cultura occidentale e fosse rimasto una religione prettamente semita. Come oscurantista è del resto l’ortodossia ebraica (come sanno bene gli Ebrei non ortodossi) ma con una differenza: non pretende di convertire gli altri. L’islam non è riformabile: perché si basa, a differenza del Cristianesimo, su un libro dettato direttamente da ‘Dio’, ed è facile comprendere che la parola diretta di Dio non può essere cambiata, se credi in quel dio. Tutto il resto è fuffa.

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Non è un caso che l’Islam sia la religione delle popolazioni dal quoziente intellettivo più basso, con l’unica eccezione dei Persiani, che però sono considerati ‘eretici’ dai Sauditi. L’islam sciita, pur essendo ancora una religione fanatica, ha comunque conservato tratti pre-islamici dello zoroastrismo e del cristianesimo che lo rendono meno oscurantista e più colto. Perché anche il male ha le sue gradazione.

Tornando al delirante preside lombardo, il suo è un comportamento tipico del piccolo burocrate sovietico. Quell’ingranaggio del Sistema che permette al Sistema di funzionare. Dobbiamo iniziare a colpire, ‘pacificamente’, gli ingranaggi che perseguitano i dissidenti.