SPARI CONTRO MIGRANTE ACCOLTELLATORE: CARABINIERI INDAGATI

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Nuovo scandalo. Sarebbero indagati i due carabinieri che, lo scorso 29 luglio, hanno sparato alle gambe del delinquente ivoriano di 19 anni che a Monteriggioni, in provincia di Siena, aveva appena accoltellato l’autista di un bus.

Dalle 21 a notte inoltrata i due militari sono stati sentiti dal magistrato di turno. Maltrattati sia dal giudice che dai loro superiori. Vergogna, vogliamo i nomi.

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I due sono stati costretti ad un periodo di ferie forzato. Sarebbe stato vietato loro di parlare, soprattutto con la stampa.

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Gianni Tonelli, segretario generale del Sap (sindacato autonomo di Polizia) punta il dito contro la magistratura e annuncia che scriverà al Csm. «Ho deciso di interpellare l’organo di autogoverno dei togati – spiega – perché la situazione con cui ogni giorno i miei colleghi su strada si misurano è surreale. L’utilizzo dello strumento penale per indagare poliziotti e carabinieri è abnorme, anche perché ciò ha infinite ripercussioni negative sull’efficacia del servizio a tutela della brava gente e della comunità». Il sindacalista si chiede: «Forse ogni volta che una persona muore in ospedale, dove è fisiologico che possa accadere, si apre un fascicolo per omicidio? Forse, ogni volta che una persona condannata in primo grado viene poi assolta con formula piena in secondo grado e in Cassazione, vengono processati poi i pubblici ministeri o i giudici che hanno ipotizzato una sua responsabilità? Tutti questi soggetti – prosegue – sviluppano un’importante funzione di carattere pubblico per cui, se non vi è un concreto humus di responsabilità, è assolutamente irresponsabile aprire a loro carico dei procedimenti penali perché significherebbe inibire la funzione di interesse pubblico che è una delle risorse della società. Situazione che il Csm deve analizzare perché a farne le spese è tutto il Paese».