Trento, rivolta contro negozi etnici: scritte di protesta “Daspo”

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Alcune scritte “Daspo” sono comparse nella notte in corrispondenza di negozi del centro storico di Trento gestiti da stranieri di religione islamica. Una forma di resistenza contro la sostituzione etnica in atto in città. Ad essere presi di mira sono stati, in particolare, il calzolaio del vicolo della Seconda Androna e il vicino negozio di kebab, ma altre scritte simili sono state notate anche in via Travai, nelle vicinanze del Punto d’Incontro.

Immediate le prese di posizione. Innanzitutto quella dell’Anpi, che per bocca del presidente Mario Cossali attacca: “E’ come minimo sconcertante che qualcuno a Trento si sia preso la briga di imbrattare superfici cittadine con la scritta “DASPO”, ma non a caso, scegliendo invece con cura luoghi e negozi frequentati e/o gestiti da cittadini di origine straniera. Quel “DASPO” equivale a “via!”, a “los!” ed è la spia di una mentalità preoccupante, che non si può giustificare in nessun modo. Non basterà cancellare le scritte, sarà necessaria da parte di tutte le forze democratiche segnalare una distanza e una condanna senza se e senza ma”.

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Quindi l’Anpi protesta contro chi si oppone ad una ormai vera e propria invasione di negozi etnici, quasi sempre condotti in modo illegale e che stanno facendo ‘pulizia etnica’ di quelli gestiti da cittadini locali.

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E’ intervenuta anche L’Altra Trento a Sinistra: “Auspichiamo una reazione adeguata della società civile organizzata
e delle singole persone sensibile e democratiche affinché questo episodio, che non va sottovalutato, rimanga isolato e chiediamo l’immediata copertura delle scritte che sporcano il senso civico della nostra comunità, ed esprimono il vero degrado che dobbiamo contrastare con determinazione”.

I sinistrati, che un tempo difendevano, almeno a parole, i lavoratori, presto cambieranno il simbolo: non più falce e martello, ma Corano e Kebab.