Nella migliore delle ipotesi, siamo circondati da pazzi. Questa almeno è la tesi ormai automatica che le autorità di tutti i paesi coinvolti tirano fuori, ogni qual volta un immigrato islamico sgozza qualcuno, dà fuoco ad una chiesa o accoltella i passanti.
In appena ventiquattro ore abbiamo avuto in Italia e Germania due casi di attacchi all’arma bianca:
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E sempre in Italia, un profugo pakistano – come sapete c’è la guerra in Siria – ha dato fuoco ad una chiesetta nei pressi di Como:
Per i casi italiani non si discute: si tratta entrambe le volte di ‘squilibrati’. Lo dicono le autorità, le stesse che li hanno fatti entrare e ce li spacciano per profughi: quindi non si discute.
Anche in Germania, la tesi è stata subito questa. Lo vuole la Merkel: ‘folle’. Poi però sono spuntati dossier che indicavano l’immigrato arabo come ‘fondamentalista islamico’.
Sia chiaro: la possibilità, improbabile, che si tratti di squilibrati, amplifica il problema, perché lo rende ancora più imprevedibile e ampio. Praticamente impossibile da gestire, se sono corretti i dati ufficiali:
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E che sono supportati dall’ondata di segnalazioni di profughi che si aggirano nudi per le città. E non per diventare famosi, come l’esibizionista che passeggiava per le strade bolognesi. Ma perché hanno turbe psichiche.
Insomma. Che siano esecutori di ISIS o squilibrati mentali, il risultato non cambia. Ci sono sempre vittime causate dall’ossessione di tenere le frontiere aperte. E molto probabilmente, sono tutte e due le cose. Sono tra noi, sono tanti, e sono senza pietà.