Idea del PD: niente espulsioni, 3.000 euro ad ogni clandestino per tornare a casa

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Pagare i clandestini che abbiamo raccattato in Libia per ritornare a casa. E’ l’ultima barzelletta del governo non eletto. Anche l’Impero Romano in declino pagava i Barbari per rimanere oltre le frontiere, il che altro non fece che aumentare le pretese di questi ultimi e, infine, portare comunque al collasso: è un sintomo e una dimostrazione di debolezza che il nemico comprende e non perdona.

Li chiamano rimpatri volontari assistiti. Ma è il pizzo di Stato. Un governo serio, invece, organizza un ponte aereo di voli militari verso paesi come Nigeria e Pakistan e in un mese ha svuotato tutti gli hotel. Se quei paesi rifiutano i rimpatri, si proceda al ritiro del permesso di soggiorno a tutti i loro residenti in Italia regolari e alla sospensione di qualsiasi accordo commerciale.

Il Viminale, sempre più incapace di qualsiasi azione concreta che superi le chiacchiere di Minniti, ha proposto una cooperazione per i rimpatri alle agenzie dell’Onu deputate alla sostituzione etnica: le famigerate Oim e Unhcr. Ridicolo.

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E infatti, ad oggi, solo 5.000 clandestini hanno scelto di far ritorno a casa usando lo strumento del rimpatrio volontario assistito. Di fatto il piano adesso potrebbe prevedere un aiuto di circa 3000 euro a migrante per i rientri. I migranti otterrebbero in prima battuta, come riporta nel dettaglio ilMessaggero, 500 euro più il biglietto aereo. Una volta nel loro Paese d’origine sarà l’Oim ad assisterli con finanziamenti o assistenza per l’apertura di una attività commerciale. A spese dei contribuenti italiani.

Minniti ha sottolineato come possa essere utile in questo momento lo strumento dei rimpatri assistiti: “È molto importante offrire una opportunità di vita a coloro che hanno affrontato la sfida dell’attraversamento del deserto. Questa è una opzione molto impegnativa, strategicamente decisiva”. Questa è una idiozia. Siamo in presenza di persone che hanno pagato migliaia di euro per venire a romperci le palle, a casa loro, spesso, avevano un’attività piuttosto redditizia. Non è con i soldi che li rimpatri, ma con la forza. Ma ad un governo di checche istituzionali non puoi chiedere di avere quello che non ha: le palle.

Comunque. Prima ci dicono che sono risorse e che ci pagheranno le pensioni. Poi, pur di farli ripartire, sono pronti a pagarli 3mila euro a testa, come si fa con gli eserciti invasori che, per debolezza, non si ha il coraggio di combattere.