Don Joybox, il prete che trastulla gli spacciatori nel carcere di Genova

Vox
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Ormai trovare un prete normale è impresa non indifferente. L’ultimo bergogliano a dare sfogo alle sue ossessioni è un prete che ha deciso di portare una discoteca etnica in carcere, per allietare i detenuti migranti.

Si chiama ‘joybox’, il ‘jukebox della gioia’, la prima audioteca realizzata all’interno del carcere di Marassi. L’idea è di don Roberto Fiscer, fondatore di Radio tra le note, la prima web radio parrocchiale della diocesi di Genova.

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“La musica è speciale – ha detto il prete – e annulla ogni differenza e ogni problema: quando sono con i detenuti mi sento vicino e come loro e gioisco con loro”. Ma infatti, la musica annulla ogni differenza e ogni problema, parola di don Joybox, il trastullatore degli spacciatori magrebini e sudamericani.

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Ogni giovedì pomeriggio, per tre ore, il giovane sacerdote entra nel carcere con i suoi lettori audio grazie ai quali i detenuti possono ascoltare le musiche che gli hanno chiesto la settimana prima. Sono previsti tre turni da un’ora ciascuno nei quali i detenuti si alternano nell’ascolto.

E lui si commuove, a vedere stupratori, spacciatori, rapinatori e assassini ascoltare musica: “È commovente vedere come anche le persone apparentemente più dure si sciolgono ascoltando le musiche dei loro paesi e nella loro lingua”. È per questo che, ogni settimana, don Joybox varca il cancello di Marassi con i lettori audio pieni di musiche dei paesi dell’Est Europa, del Sud America, del Nord Africa.