Boeri è fratello di un noto picchiatore comuunista degli anni ’70, l’equilibrio mentale è quello.
Non sorprende quindi il continuo martellare in testa gli italiani con l’assurda fantasia del ‘migrante risorsa’.
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“È aumentata la percezione di un numero eccessivo di migranti, ma abbiamo sempre più bisogno di immigrati che contribuiscano al finanziamento del nostro sistema di protezione sociale”.
In commissione sul sistema di accoglienza, il presidente Inps Tito Boeri torna a millantare che “Il confronto pubblico dovrebbe incentrarsi su come inserire gli immigrati stabilmente nel nostro mercato del lavoro regolare. L’integrazione nel mercato del lavoro – ha aggiunto Boeri – contribuirebbe anche a migliorare la percezione che gli italiani hanno degli immigrati”.
Questo squallido personaggio spaccia numeri accuratamente massaggiati dai suoi per dati reali. Ma siamo in presenza di un millantatore d’alto bordo a libro paga dello psico-partito al governo di cui è parte integrante il fratellino picchiatore comunista degli anni ’70.
In realtà, lo scenario ipotizzabile tra il 2040 e il 2050, quando molti immigrati vorranno naturalmente ritirarsi dal mondo del lavoro. Attualmente più del 70% della popolazione di origina straniera residente in Italia si situa nella fascia di reddito inferiore ai 25mila euro lordi annui. Questo lascia presagire che, una volta pensionati (soprattutto se gli anni di contribuzione saranno sufficienti) l’assegno sarà del tutto insufficiente a garantire loro un’esistenza dignitosa se resteranno in Italia. Essi diventeranno, pertanto, un problema in più a carico delle generazioni future perché quei contributi che versano oggi e pagano le pensioni di ieri dovranno essere restituiti e magari integrati con altre forme di sostegno al reddito.
Il professor Gian Carlo Blangiardo dell’Università di Milano Bicocca ha calcolato che sarebbe necessario un flusso aggiuntivo di 400-500 mila immigrati «giovani» all’anno per rendere il sistema sostenibile. Questo, però, significherebbe far esplodere una questione sociale senza precedenti e della quale già oggi vediamo alcuni sintomi. Innanzitutto, al di là del problema dell’accoglienza, occorre ricordare che la maggior parte degli immigrati (come testimoniato dalla distribuzione dei redditi) svolge mansioni che prevedono basse remunerazioni. Dunque si crea una concorrenza al ribasso o, per meglio dire, una guerra fra poveri italiani e stranieri. Il 47% degli immigrati è infatti occupato(a fronte del 36% della popolazione italiana), ma in due casi su tre si tratta di lavori a bassa qualifica. Che la crisi può sempre spazzare via.
L’immigrazione non è solo un grave danno sociale e culturale, ma anche economico. Il fatto che venga propagandata da boiardi di Stato dallo scarso appeal intellettuale come Boeri, ne è solo un’altra conferma.
Concludiamo con le frasi di Boeri sugli immigrati: “Fanno i lavori che gli italiani non vogliono fare”. “Ci regalano un punto di pil”.
Lo regalarenno ai suoi referenti politici ed economici “un punto di Pil”. Ma anche fosse vero, sapete cosa significa? Che ci stiamo impoverendo. Perché se l’8 per cento della popolazione apporta l’1% di Pil in più, vuol dire che il Pil pro-capite scende grazie alla loro presenza: in pratica stiamo tutti un po’ più poveri. Tranne gli amichetti di Boeri.
Prima pestavano i ‘fascisti’ nelle piazze. Oggi praticno i pestaggi mediatici. Stessa feccia.