I demenziali corsi sono organizzati dall’Istituto Tecnico Nautico per aiutare i coloni che sono riusciti nel viaggio di colonizzazione verso l’Italia, a superare la loro paura nei confronti dell’acqua. Che non deve essere stata eccessiva, se ora sono qui, a casa nostra, a rompere le palle.
Lo racconta al giornale di fake news americano, di proprietà della multinazionale Amazon, Washington Post, Abdoulie Jallow, clandestino dal Gambia: “Non riesco più ad andare al largo perché ho paura di non poter più tornare a riva. Mi vien da pensare a brutte cose”.
Il corso è iniziato lo scorso maggio e ha come obiettivo quello di dare nozioni di tecnica di primo soccorso e di salvataggio, oltre che ovviamente di nuoto e immersione. Ovviamente, tutto a spese dei contribuenti.
Uno degli istruttori, tal Giuseppe Pinci, ha detto con tono tragicomico al Washington Post: “È importante che abbiano una buona immagine del mare. Molti di loro sono davvero spaventati”.
Magari, lo fossero stati davvero.
Insegnare agli africani a nuotare è, comunque, una battaglia persa. Le motivazioni della loro difficoltà non sono ‘psicologiche’, ma dovute alla struttura fisica.