TORINO, PREFETTO SI INVENTA UNA LEGGE E SOSTITUISCE LAVORATORI ITALIANI CON CLANDESTINI

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Che l’obiettivo di questo traffico voluto dal PD dalla Libia all’Italia pagato dagli italiani fosse, in realtà, rifornire di manodopera schiavile e a basso costo i finanziatori più o meno occulti dello stesso partito, era ovvio fin dall’inizio.

Torino diventa capofila in quest’opera di sostituzione etnica nel mondo del lavoro. La svolta ha riguardato finora oltre trenta cosiddetti profughi, mentre altri venti sono in attesa che si concluda l’iter burocratico. È la prima volta che in Italia la protezione umanitaria viene concessa non perché sei in fuga dalla guerra, ma perché hai rubato il posto di lavoro a lavoratori italiani.

Questa vergognosa vicenda comincia quattro mesi fa:

“Lasciateci assumere profughi invece di Italiani”: appello choc di 100 imprese

La risposta delle istituzioni alla lettera delle imprese di affaristi è stata di esaltata eccitazione. Con un’iniziativa senza precedenti – e illegale – il prefetto ha chiesto alla commissione territoriale di esaminare le nuove domande di protezione avanzate dai profughi alla luce della loro situazione attuale. «Abbiamo valutato ogni istanza reiterata. In tutti i casi la risposta alle esigenze produttive è stata accompagnata da una puntigliosa verifica dei presupposti giuridici», commenta Saccone. E così i primi trenta migranti, che si erano visti respingere le domande d’asilo, hanno ottenuto i documenti necessari per rimanere in Italia. Per tutti la formula scelta è stata quella della protezione umanitaria (la durata è due anni), una forma residuale per quanti non hanno diritto allo status di rifugiato.

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In sostanza: questi clandestini, perché tali sono, si sono visti dare il permessino – non avendone diritto – dal prefetto di Torino, non perché perseguitati e in fuga dalla guerra, ma perché si sono presi i lavori degli italiani.

Questa cosa potrebbe moltiplicarsi per migliaia di casi in tutta Italia. Trasformando i clandestini in ‘profughi’ e rifornendo così gli affaristi di lavoratori low-cost in un paese, il nostro, con milioni di disoccupati.

Tutto questo, in una città dove avviene:

DISOCCUPATA ITALIANA SI DA’ FUOCO: NON AVEVA SUSSIDIO DA PROFUGO

I decreti della commissione territoriale motivano il rilascio dei permessi di soggiorno con il riconoscimento dei «percorsi di integrazione sociale attraverso gli inserimenti lavorativi». «Non è affatto una forzatura, tutto è avvenuto a norma di legge. Finalmente su questo tema si sta facendo strada un nuovo indirizzo giurisprudenziale», esulta Lorenzo Trucco, avvocato e presidente dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione.

Invece questa è una totale violazione della legge. Un prefetto, tra l’altro nominato da un governo abusivo, regolarizza non si sa in base a cosa, dei clandestini, per rifornire imprese ‘amiche’.