Profugo invitava la seconda moglie a farsi saltare in aria

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La moglie 28.enne di un iracheno residente nel canton Turgovia, un richiedente asilo che frequentava la controversa moschea An’Nur di Winterthur (ZH), è stata arrestata in Libano all’inizio di maggio. Lo afferma oggi la “SonntagsZeitung” (“SoZ”), aggiungendo che la donna avrebbe voluto farsi saltare in aria nel nome dello Stato islamico (Isis).

Secondo il domenicale zurighese la donna, una siriana residente nelle montagne libanesi vicino al confine con il suo Paese, è stata arrestata dopo aver attirato l’attenzione dei servizi segreti locali perché aveva fotografato con il cellulare possibili obiettivi di un attentato.

Gli inquirenti libanesi – scrive la “SoZ” – hanno ricostruito minuziosamente le sue comunicazioni telefoniche e internet e hanno rintracciato il suo secondo marito (il primo sarebbe morto come combattente di Al Qaida in Siria). Si tratta di un 49enne curdo iracheno, residente nel canton Turgovia a spese dell’Assistenza locale, dopo essere stato accolto in Svizzera a titolo temporaneo. L’uomo, che ha già una moglie in terra elvetica, avrebbe incitato la donna, sposata in base al solo diritto islamico, a compiere un attentato suicida e le avrebbe inviato del denaro.

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Sempre secondo la “SoZ” il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto già lo scorso anno autonomamente un’inchiesta penale contro il 49enne, per sospetto sostegno a una organizzazione criminale e violazione del divieto anti Isis, e ne ha disposto di recente la carcerazione preventiva. Interpellata dal domenicale, la Procura federale non ha voluto esprimersi sul caso.

Concretamente, scrive la “SoZ”, all’iracheno di Kirkuk viene rimproverato di aver fatto fatto proselitismo a favore dell’Isis presso giovani che frequentavano la moschea An’Nur (in arabo “La luce”) di Winterthur, ripetutamente finita sotto i riflettori della cronaca come luogo di radicalizzazione islamista. In precedenza era stato bandito da una moschea di Wil (SG) per il suo comportamento estremista ed aggressivo.

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Un procedimento contro il 49enne – già distintosi in passato per violazioni del codice stradale e contrabbando di 27 chili di carne dalla Germania – sarebbe in corso anche nel canton Turgovia per violenza domestica: l’uomo avrebbe picchiato e minacciato di morte la prima moglie, che lo ha denunciato e dalla quale vive separato dal gennaio scorso. L’uomo nega ogni addebito.

Dalla separazione, scrive ancora la “SonntagsZeitung” l’iracheno vive in un centro per richiedenti asilo turgoviese e dipende interamente dall’Assistenza, che gli avrebbe già versato circa 390’000 franchi nel periodo in cui viveva con la moglie. Una cifra che avrebbe potuto essere ancora maggiore, nota il domenicale, se la consorte, a differenza sua, non avesse trovato un posto di lavoro come addetta alle pulizie.