Roncolevà in rivolta, sarà presidio permanente anti-profughi: palle e tricolore

Vox
Condividi!

Continua la protesta dei cittadini di Roncolevà, piccolo centro del veronese. È presidio permanente, attivo 24 ore su 24, contro l’arrivo dei 40 coloni spacciati da profughi alloggiati in una villetta di un collaborazionista privato.

La situazione, creatasi nella frazione di Trevenzuolo, che conta appena 700 abitanti e dove sono presenti solo un bar-tabaccheria e un’edicola, avrà ripercussioni anche sulla vicina cittadina di Castelbelforte, come ha avuto modo di sottolineare il sindaco Massimiliano Gazzani.

Vox

«Non essendoci servizi come negozi, poste, banca, farmacia, è inevitabile che i profughi si rechino nel capoluogo veronese oppure nel nostro paese dove già ne sono ospitati 14». Da una settimana è stato attivato un presidio di cittadini che, a turno giorno e notte, sorveglia i movimenti all’interno e all’esterno della casa. Sul piazzale antistante la ditta Squassabia e di fronte alla villetta sono state posizionate due tende canadesi e una più grande dove sono stati collocati un frigorifero, un televisore e l’occorrente per chi passa la notte in tenda. Sono la logistica per le 5-6 persone che si alternano nel luogo.

VERIFICA LA NOTIZIA
«Quando cala la sera sul piazzale arrivano diverse decine di persone, anche dai paesi limitrofi, per dare un segnale forte della volontà di non abbassare la guardia su quanto sta accadendo nella nostra piccola comunità», osserva Paola Reani, uno dei portavoce del comitato costituitosi ad hoc per protestare contro l’arrivo dei profughi.

I cittadini che danno man forte al presidio dove è stato affisso anche uno striscione con la scritta “Roncolevà alza la testa” trascorrono insieme un paio d’ore che spesso si concludono con una spaghettata. «Abbiamo un gruppo su whatsapp, siamo già quasi un centinaio – continua la Reani – e appena la sentinella lancia l’allarme si corre a dare supporto. Controlliamo e supervisioniamo tutti i loro movimenti, guardiamo chi entra e chi esce. Allertiamo le forze dell’ordine se qualcosa non va. Tutti collaborano compatti per un unico obiettivo: farli mollare».

Ci vorrà ‘qualcosa di più’.