Nuovo italiano uccide italiano: era fuggito da Italia perché lo perseguitava

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Un altro ‘nuovo italiano’ che uccide un italiano vero

Si trova in carcere a Imperia, dove si terrà l’interrogatorio per la convalida dell’arresto, Eder Guidarelli Mattioli: il 32enne brasiliano adottato da una famiglia di Ferrara accusato di aver ucciso, strangolandolo con una corda, il coetaneo Marcello Cenci, il cui corpo è stato trovato sulle scale del suo appartamento in calle Juan Bautista Llovera, nel quartiere del Gran a Valencia, in Spagna.

La vittima da un mese si trovava nella città spagnola dove lavorava come barista: si era trasferito a Valencia proprio per sfuggire al suo assassino, che da tempo lo perseguitava.

Italiani che devono fuggire dall’Italia perché perseguitati da ‘nuovi italiani’. Con lo Ius Soli, immaginate una cosa del genere moltiplicata per milioni…

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Ma la lontananza non è servita a salvargli la vita. Intorno alle 4,30 della notte tra il 1 e il 2 luglio scorso, infatti, un vicino di casa di Cenci che stava tornando nel suo appartamento, ha trovato il corpo del 32enne ferrarese e ha chiamato la polizia. Sul cadavere del barista erano evidenti i segni di colluttazione, oltre a quello dovuto allo strangolamento.

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Nell’appartamento del barista, la polizia ha ritrovato i documenti giudiziari che testimoniano un passato di aggressioni subite Marcello Cenci: tutte riconducibili ad un nome, quello di Eder Guidarelli Mattioli. Denunce e divieto di avvicinamento. Guidarelli aveva già ferito la sua vittima nel dicembre scorso, colpendolo una notte con un corpo contundente e causandogli un trauma cranico, 52 punti di sutura e dieci giorni di prognosi. Dietro all’aggressione motivi di gelosia per una ragazza.

Oltre alla denuncia, in capo a Guidarelli ci sono anche quattro querele e due richieste di misura cautelare avanzate dal pm Alberto Savino (una respinta e la seconda accolta, con un’ordinanza che disponeva il divieto di avvicinamento) e un processo per lesioni per il quale era già fissata l’udienza preliminare.

Eppure bastava rimandarlo in Brasile. Insieme ai due individui che lo hanno adottato, magari.

La polizia spagnola si è immediatamente messa in contatto con i carabinieri di Ferrara che, a loro volta, hanno avvisato i colleghi di Imperia: il presunto assassino è stato così arrestato mentre rientrava in Italia dai carabinieri nel nucleo radiomobile di Ventimiglia che hanno intercettato l’auto del 32enne per il quale avevano organizzato un servizio di “accoglienza” apposito.

La perquisizione dell’auto ha permesso di ritrovare materiale ritenuto di interesse per il prosieguo delle indagini, mentre dalla Spagna l’autorità giudiziaria ha emesso un mandato d’arresto europeo, immediatamente eseguito.