Cona, profughi si lamentano: “Non siamo venuti dall’Africa per questo schifo”

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CONA (VENEZIA)- Non parlano una parola di italiano ma si fanno capire benissimo i profughi trincerati dietro i cancelli del centro di accoglienza di Cona: «Very bad problem. La notte scorsa sono arrivati gli autobus con 100 nuove persone, volevano portarli qui dentro nella base: abbiamo detto che non sarebbero entrati e non sarebbe entrato nessuno del personale».

I ‘profughi’ bloccati nei pullman a Cona e rispediti in altri centri di accoglienza del Veneto non erano 100 ma 23.

«Abbiamo bisogno di essere trasferiti, siamo troppi. La prefettura ha detto che porteranno da un’altra parte dieci di noi ogni settimana. Io non me ne vado, sto qui. Neanche nei prossimi sei mesi me ne vado, ci sono molte persone prima di me, la lista è lunga. Qui la gente sta per molto tempo, c’è chi ci sta da oltre un anno. We need transfer».

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E ancora: «Sono rimasto con il piatto vuoto in mano per un’ora con un caldo bestiale in attesa che mi dessero da mangiare, non ho passato l’inferno in barca per arrivare in Italia e fare questa vita qui».

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Vengono dalla Guinea Bissau e da altre aree dell’Africa, in fuga dalla guerra in Siria, i 1400 fancazzisti ospiti dell’hub veneziano. Tra Conetta e Bagnoli gli stupri e le violenze sono ormai cosa nota.

Per premiarli, la cooperativa sta realizzando campi di basket e pallavolo, quindi lo spazio per lo sport non manca.

Ma gli ospiti si lamentano: «Corsi di italiano? non li facciamo, non li abbiamo mai fatti» spiega un ragazzo in francese. I corsi di italiano però ci sono, non sono obbligatori, ma sei insegnanti lavorano 36 ore la settimana ciascuno e se qualcuno vuole imparare l’italiano il tempo c’è.

La popolazione: «Vanno portati in un’isola lontana e lasciati lì, oppure rispediti a casa, qui non li vogliamo».

Non li vogliamo. Questa è un’invasione. Di fancazzisti.