Irpinia, dilaga Tubercolosi dopo arrivo profughi: paura bus infetto

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Nuovo caso di tubercolosi in Irpinia: questa volta a essere ricoverato un impiegato sessantenne di Alto Calore. L’uomo lavora nella sede di Mercogliano ma da un mese e mezzo non si recava sul posto per ragioni di salute.

Un’ipotesi plausibile considerati gli altri casi registrati in questi ultimi mesi. Alcuni dei pazienti ricoverati avrebbero contratto la malattia viaggiando sui mezzi pubblici.

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Si tratta ormai del nono ricovero per TBC nel giro di pochissimo tempo, da quando sono arrivati i ‘profughi’. Al reparto di malattie infettive dell’ospedale San Giuseppe Moscati diretto dal primario Nicola Acone, oltre all’operaio in questione si trovano ricoverati: un dodicenne di San Potito, una quindicenne di Salza Irpina, un cittadino rumeno residente a San Potito, e cinque richiedenti asilo.

Una serie di casi che ha inevitabilmente lasciato il segno: sopratutto fra la gente, e la preoccupazione è tanta e legittima. Dal reparto di malattie infettive del Moscati, l’appello è sempre lo stesso da settimane: si invita la popolazione alla calma.

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Per quanto riguarda la cronaca dei casi registrati tutto ha avuto inizio con l’arrivo dei cosiddetti profughi, poi lo scorso mese quando è stato ricoverato un dodicenne di San Potito che studia alla Leonardo Da Vinci di Avellino. Scuola che è stata chiusa per la profilassi prevista. Il ragazzo del comune irpino ha viaggiato sullo stesso bus dell’altra quindicenne ricoverata, originaria di Salza Irpina. Mezzo preso anche dal cittadino rumeno residente a San Potito e sottoposto alla TSO (trattamento sanitario obbligatorio) disposto dal commissario prefettizio, Mario La Montagna. Il nuovo ricovero di ieri ha inevitabilmente diffuso la preoccupazione anche a Mercogliano, comune nel quale l’operaio di Alto Calore lavora. C’è paura epidemia.