L’intercettazione choc del profugo: “Italiani impuri, possiamo solo tagliargli la gola”

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“Deluso… amo questo coltello nelle tue mani …. oh Dio con questa fede ti seguirò e con le mie gambe se Dio mi darà il senno prenderò gli infedeli dalla coda …” , recitava il profugo nello Sprar di San Nicola dell’Alto. Hussien Abbs Hamyar, il jihadista finito in arresto all’esito delle indagini della Dda di Catanzaro.

All’interno della propria stanza dello Sprar, come scritto dopo la notizia del suo arresto, anche in presenza di altri ospiti mandava in onda quotidianamente, a volume alto, video riconducibili all’Isis e inneggianti il Jihad. E dopo l’attentato terroristico di Manchester del 22 maggio rideva e si dimostrava compiaciuto pronunciando più volte la frase “Allahu Akbar” (Allah è grande) e frasi dal tenore: “L’Isis è buono, l’Isis is my life, l’Isis per me è Dio…”.

In passato aveva fatto parte di Hesbolllah, la struttura paramilitare libanese divenuta poi partito di estrazione sciita, conducendo una vita rigorosamente ancorata ad una rigida interpretazione dei precetti musulmani. Ma in Italia era un profugo.

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Nonostante fosse arrivato sul punto di sgozzare un uomo all’interno dello Sprar (centri profughi nel piano di colonizzazione voluta dal governo PD) perché aveva pronunciato parole di condanna verso Isis.

In una conversazione intercettata fa riferimento al suo peso all’interno della moschea di Crotone, dove è solito recarsi in occasione della preghiera del venerdì. Hussein riferisce al suo interlocutore di avere il controllo della moschea, ove evidenziando il peso della sua figura all’interno della comunità musulmana: “ho il controllo di una moschea, parlo davanti ad altre persone…se non fai così qui non ti rispettano … hanno paura di guardarmi…“.

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In un’altra conversazione riferisce alla sorella che, nonostante qualcuno gli abbia chiesto di rientrare nel suo paese d’origine per fare la guerra santa, è necessario che in questo momento egli rimanga dove si trova (in Italia ndr..), in quanto la sua missione, come sopra detto, è quella di redimere gli infedeli, riferendo espressamente che a queste persone dovrebbe essere tagliata la gola … “…sono cosi impuri che anche se leggi il Corano loro non hanno voglia di ascoltarti… “.

Per Hussein la legge dello Stato Islamico era più importante d’ogni altra cosa: “Non cambio mille bambini per una lettera del Corano, se Dio non mi accetta… che cos’è il padre, che cos’è mia madre che cosa sono i bambini… muoiono loro, muoio anch’io e nell’aldilà perdo tutto, adesso io sono su questa strada”.