Romano Prodi celebra Ramadan: “Siamo tutti italiani”

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Non dobbiamo solo non dare la cittadinanza agli immigrati, ma toglierla anche ai traditori

Romano Prodi ha preso parte ieri sera a Bologna all’iftar, il pasto di rottura del digiuno nel corso del Ramadan, al quale la sedicente comunità islamica cittadina ha invitato chi li ha fatti venire in Italia.

Per la prima volta nel capoluogo la comunità islamica celebra l’iftar, il pasto di rottura del digiuno nel mese sacro del Ramadan, in un luogo diverso dal centro di preghiera di via Pallavicini, e lo fa invitando a partecipare il sindaco Virginio Merola, l’arcivescovo Matteo Maria Zuppi, il questore Ignazio Coccia, il prefetto Matteo Piantedosi, il rettore dell’Università Francesco Ubertini: la feccia istituzionale cittadina.

Non poteva mancare Romano Prodi: “Oggi siamo tutti qui – ha detto l’ex premier – e siamo tutti italiani, abbiamo un avvenire in comune, comportiamoci in modo da costruirlo bene”.

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“È bello che le nostre strade si chiudano per aprirsi agli altri – ha dichiarato il sindaco Virginio Merola – ne abbiamo bisogno come Paese e come europei. Dobbiamo continuare a saper costruire insieme”.

Purtroppo non è potuto intervenire il ‘nuovo bolognese’ Youssef, che nel frattempo si è fatto ‘esplodere’ a Londra.

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“Senza ponti non si vive – ha detto l’arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Maria Zuppi, usando una frase da bacio perugina andato a male – se ci si conosce l’estremismo cala, per combatterlo dobbiamo continuare a costruire ponti e creare legami di rispetto e amicizia”.

Insomma, una massa di venduti senza amigdala. Potere dei Rolex e, nel caso di Zuppi, desiderio ormai evidente di essere culturalmente sodomizzati. E forse non solo culturalmaente.