Behailu Kebede è il tassista etiope – i tassisti di Londra sono ormai tutti immigrati, come vorrebbero in Italia quelli del PD con le ‘liberalizzazioni’ – che viveva nell’appartamento numero 16, al quarto piano della Torre Grenfell di Londra, il grattacielo multietnico andato in fiamme: almeno 100 morti, 2 italiani.
Proprio dall’appartamento del 44enne è partito l’inferno di fuoco che si è inghiottito il grattacielo per intero.
Maryann Adam, una vicina 41enne, che viveva nell’appartamento accanto: “Ha bussato alla mia porta e mi ha detto che c’era un incendio nella sua cucina. Era mezzanotte e 50, me lo ricordo perché mi ha svegliato. Nella stanza c’era poco fuoco – spiega ancora -L’ho visto perché la porta era aperta. Non ha suonato nessun allarme”. Un altro amico racconto al Mirror: “Ha chiamato la polizia e ha subito spiegato quello che stava accadendo”. L’incendio sarebbe partito da un mlafunzionamento del frigorifero di Kebede: “Non riesce a perdonarsi per quanto accaduto ma sa che non poteva fare altro. È sollevato solo dall’essere riuscito ad avvertire i suoi vicini”.
Non è colpa sua in quanto individuo. E’ colpa del degrado che quelli come lui stanno portando in Europa: degrado economico e sociale. Case e auto sempre più fatiscenti. Questo è solo un ‘piccolo’ tragico evento di quello che accade nella società nel suo complesso.