Il terrorista islamico della porta accanto: “Faccio una carneficina”

Vox
Condividi!

Voleva compiere azioni “concrete” contro gli italiani. Un marocchino residente da anni a Città di Castello, lo scriveva sui social. Non si nascondeva. Voleva colpire. Dal Marocco all’Italia, il 28enne ci è arrivato 16 anni fa: cresciuto in Italia, aveva un lavoro, una vita “normale”. Uno di tanti. Perché sono tra noi, e non si fanno notare.

Poi, improvvisamente, è diventato un soggetto “socialmente pericoloso”, già garavato da numerosi reati contro il patrimonio (furto, ricettazione) e resistenza a pubblico ufficiale, a dicembre era entrato in un paio di occasioni in alcuni esercizi commerciali, minacciando i presenti con un coltello di compiere una “carneficina”. Ma non lo arrestavano. Ne espellevano.

Vox

Fino a che non ha cominciato a fare proseliti attraverso i social. Solo dopo, il migrante che minacciava carneficine da anni, è stato raggiunto da un provvedimento di espulsione perchè considerato pericoloso per la collettività. Cosa deve fare, un povero terrorista islamico, per farsi espellere?

VERIFICA LA NOTIZIA
Normale. Come l’assalitore che martedì scorso ha attaccato una pattuglia di poliziotti davanti la cattedrale di Notre-Dame ferendo un agente al collo. Farid Ikken, nato in Algeria e “non ha mai mostrato nessun segno di radicalizzazione”. Lo ha detto il procuratore di Parigi, Francois Molins, durante una conferenza stampa, aggiungendo che si è radicalizzato da solo su internet scaricando “decine di immagini” di “attentati in Francia” e “senza avere contatti con altre persone”.

Perché ogni immigrato islamico è un potenziale terrorista.