Confesercenti lancia allarme su imprese immigrati: “Ci stanno invadendo”

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Confesercenti auspica più controlli sulle imprese straniere, che hanno messo a segno nel nostro Paese “una performance talmente notevole da essere ai limiti della credibilità”. Lo afferma il segretario generale Mauro Bussoni commentando i dati di un’indagine di un periodo “caratterizzato dalla più grande crisi degli ultimi 70 anni”. Confesercenti teme che vengano messe in atto forme di concorrenza sleale che penalizzano le nostre aziende.

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Perché sono fasulle. Nascono e muoiono per motivi fiscali e riciclano denaro per ISIS quelle islamiche e lavorano con schiavi quelle cinesi.

In Italia le imprese (la maggior parte fasulle, nascono e muoiono per incassare) guidate da stranieri sono piu’ di mezzo milione; la regione più invasa è la Toscana, dove al 31 dicembre 2015 se ne contavano 52.147.

Nell’ultimo quinquennio, in regione, il numero delle aziende capitanate da immigrati e’ cresciuto ad un ritmo di circa il 5% all’anno (+4,6% nel 2015), e la percentuale di imprese condotte da imprenditori non italiani ha raggiunto il 12,6%, tre punti percentuali e mezzo al di sopra della media italiana (9,1%) e la piu’ elevata fra le regioni italiane.

La comunita’ cinese è quella che devasta maggiormente il tessuto imprenditoriale locale: erano quasi 13mila, a fine 2015, le persone di nazionalita’ cinese con cariche in imprese che hanno la propria sede in Toscana (il 18% del totale), seguita da quella rumena (poco meno di 8mila), albanese (circa 7.400), marocchina (6.500) e senegalese (poco piu’ di 3mila).

I primi gestiscono imprese che distruggono il tessuto locale producendo con manodopera schiavile prodotti contraffatti e di bassa qualità, i secondi e i terzi sono ‘muratori con la partita IVA’, e i senegalesi sono quelli che vedete ai bordi dei marciapiedi. I media di distrazione di massa li chiamano ‘imprenditori’.

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Fra le prime dieci nazionalita’ il continente asiatico e’ poi rappresentato, oltre che dalla Cina, anche da Bangladesh e Pakistan (per un totale di oltre 2.800 persone con cariche), e rilevante e’ anche la presenza di imprenditori africani, con numerosita’ piu’ elevate – in particolare – per la comunita’ marocchina (6.500) e per quella senegalese (oltre 3mila).

Gli altri imprenditori stranieri fanno invece capo, sempre con riferimento ai paesi maggiormente rappresentati, al continente europeo: forte, in questo ambito, il contributo della Romania e dell’Albania (oltre 15mila le persone con cariche nel complesso), ma rilevante resta ancora, per fortuna, la presenza di nazionalita’ ad elevato reddito (Germania, Svizzera e Francia), imprenditori reali, che non dipendono dai flussi migratori verso la Toscana.

Visto che il Pil è sceso anche nel 2014 e nel 2015 ha subito un microscopico rimbalzo, significa che la loro presenza è inversamente proporzionale alla crescita economica. Sono un danno.

E il motivo è duplice. In gran parte si tratta di varie tipologie di imprese fasulle nate per prendersi il malloppo e scappare (vedi articolo in alto), o di sedicenti ‘imprese’ individuali come muratori che si trasformano in partite iva per truffare i contributi, nonché venditori ambulanti semi-abusivi.

Lo dimostra il fatto che le ‘imprese’ straniere più numerose sono quelle dei marocchini.

Poi ci sono i cinesi, che come tutti i parassiti sono inversamente proporzionali come numero al benessere dell’ospite.

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Questi dati sono la dimostrazione di come la presenza di immigrati sia negativa, devastante per il tessuto economico, oltre che per quello sociale: altrimenti, le loro ‘imprese’ seguirebbero l’andamento dell’economia, come quelle italiane.