Lucca, voti Meloni, e ti trovi il Senegalese in Comune

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Cadono le braccia, e non solo le braccia. Quando un partito parla di identità e di ‘prima gli italiani’, e poi candida nelle proprie liste senegalesi, quel partito ha un problema. E non venite a menarci il labedo con il ‘razzismo’: dire che qualcuno non è italiano solo perché vive qui, non è razzismo, è cogliere la realtà dei fatti. Un gatto che vive in un canile non diventa cane. La natura non è mutevole. Magari, questo Faye, sarebbe un ottimo candidato a Dakar, ma non a Lucca. Non in Italia. Non in un partito come FdI che, al suo interno, ha ottime persone con idee intelligenti.

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Non è un caso isolato. Diversi movimenti che si definiscono ‘nazionalisti’ fanno calciomercato di romeni e altri immigrati. Un controsenso evidente. Da notare che a Lucca, nessun altro partito, non il PD, e nemmeno le frattaglie di estrema sinistra, candida africani. Lo fanno i ‘nazionalisti’. Penoso. Ripetiamo: nulla contro la persona in sé, ma non è una questione di ‘valore’, è una questione di identità. L’Italia è la terra degli Italiani. Il Senegal è la terra dei Senegalesi. Cose semplici, ma non comprensibili a tutti, a quanto pare.

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La tesi principale che muovono coloro che difendono candidature come questa, è “ma è regolare”. Non c’è differenza tra essere invasi da clandestini rispetto che da regolari: cambia il modo, non l’esito finale. Trovarsi un’Italia a maggioranza africana e islamica tra qualche decennio non sarà diverso, se sono ‘regolari’.

Ps. Dopo l’articolo contro la Lega di ieri, uno oggi contro FdI. Questa è la differenza tra Vox e i giornali di partito: noi siamo fedeli alle idee (l’unica forma di schiavitù che ci piace) non ai partiti.