Terremotato si impicca, lui era ancora senza casa: i profughi nell’hotel accanto

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SARNANO – Non è stata la paura a sconfiggerlo, ma il futuro, o meglio: il timore averlo perduto. I disagi e la precarietà causati dal terremoto erano diventati un macigno impossibile da sopportare e così ha deciso di farla finita con la vita. L’uomo, un operaio di 57 anni, A. A., è stato trovato morto nella mattinata di ieri nella cantina della sua abitazione nelle campagne di Sarnano. L’uomo aveva dovuto lasciarla perché resa inagibile il sisma e questo aveva reso ancor più precaria la sua vita. Il cinquantasettenne ha così deciso di chiudere con la vita, ha legato una corda alla trave del soffitto della cantina e si è lasciato cadere.

L’operaio lavorava in un’azienda di Sarnano, avrebbe compiuto l’estremo gesto nella notte tra domenica e lunedì. A trovare il corpo senza vita sono stati i colleghi di lavoro preoccupati per il fatto che l’operaio, sempre molto puntuale, non si fosse recato in azienda. Attorno alle 9.30 di ieri sono andati a casa sua e hanno fatto la tragica scoperta. I colleghi, sconvolti, hanno subito dato l’allarme avvertendo il 118 di Macerata, ma il medico dell’emergenza giunto poco dopo con un’ambulanza, non ha potuto far altro che constatare il decesso del l’uomo ed accertare che la morte risaliva alla notte precedente.

La salma è stata messa a disposizione dei familiari per il rito funebre. Sul luogo dell’accaduto sono giunti anche i carabinieri della stazione di Sarnano e Penna San Giovanni per i rilievi ed accertamenti di rito. I militari hanno trovato un biglietto, lasciato dalla vittima, in cui si evince che le ragioni del gesto estremo e disperato vanno ricercate nel gravissimo disagio con il quale l’uomo conviveva da mesi dovuto proprio alle conseguenze del terremoto.

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Intanto, sempre a Sarnano, i fancazzisti gozzovigliano e protestano:

Sono venuti in 30 da Sarnano nel primo pomeriggio per protestare in Prefettura (FOTO). I profughi bengalesi e pakistani gestiti dall’Acsim (associazione centro servizi immigrati Marche), con sede in via Roma, si lamentano dell’associazione che li ha in carico.

“Non ci danno i soldi che ci spettano da quattro mesi – spiegano, riferendosi al pocket money, la quota di 75 euro mensili prevista per ogni richiedente asilo e destinata a spese personali -, e non sappiamo il perché. Inoltre abbiamo vestiti rotti e scarpe completamente consumate, eppure non ce ne comprano di nuovi. Poi, nell’albergo dove alloggiamo a Sarnano, è freddissimo e ci danno acqua calda soltanto per un’ora al giorno”.

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“Eccoli qui, i vostri soldi – risponde Daniel Amanze, presidente dell’Acsim, alla folla dei manifestanti che alle 17 si è radunata nell’ufficio di via Roma -, abbiamo un resoconto preciso che dimostra i versamenti effettuati a ognuno di voi, tra oggi e domani vi arriveranno i soldi. Abbiate pazienza. Nei mesi scorsi, pagavamo prima gli ospiti di Sarnano, poi quelli di Macerata, infine quelli di Villa Potenza, ora, per non far torto a nessuno, procediamo in rodine contrario, per cui è solo questione di tempo e anche voi di Sarnano troverete i soldi nel conto”. “Gestiamo 160 profughi – sottolinea un’operatrice dell’associazione –, sono tanti e fare i versamenti a ciascuno comporta del tempo. Ho iniziato a fare i versamenti il 29 gennaio, piano piano arrivano a tutti. In quattro mesi, dobbiamo versare 50.000 euro, non è certo semplice”.