«Donne italiane, non vi sposate con i musulmani»: proibire matrimoni misti

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La storia della madre del terrorista di Londra fa riflettere, deve far riflettere. «Lo vedeva trafficare sul suo computer in segreto, studiare cose strane. Lei bolognese in fuga da nozze sbagliate con un marocchino sbagliato. Il divorzio, il ritorno in Italia e quel figlio che non voleva fare il bancario ma il terrorista islamico». L’epilogo di questa storia la conosciamo , ma quella storia assomiglia troppo a quella di tante donne italiane di cui sono infarcite le nostre cronache. Solo all’ associazione “Mai più sola” della deputata marocchina Souad Sbai arrivano «3500 chiamate l’ anno di donne – italiane e straniere – che subiscono violenza domestica da compagni, mariti e padri islamici», dice in un’intervista a Libero.

«Burqa, hijab, niqab, non c’ è differenza. Si legano i capelli belli le spose dell’ islam, e li incastrano sotto veli opprimenti. Poi coprono le curve, le forme generose, le gambe lunghe con cui un tempo svettavano sulle compagne e conquistavano il mondo a passi svelti. Cappe nere e opprimenti da portare dietro ovunque, da portare sempre. E la bellezza ridotta a un lumicino. A un filo di trucco e rimmel sbiadito sul volto», si legge su Libero. Le case diventano spesso delle prigioni per queste donne, dove l’uomo decide tutto e improvvisamente delle loro vite di donne emancipate e “occidentali” non rimane nulla, solo la sottomissione. Troppe volte picchiate e umiliate. Non accade sempre ovviamente. «Non sono tutti così i mariti e i padri islamici. Verissimo. Ma tanti lo sono e i numeri che ci sono preoccupano. Solo all’ associazione “Mai più sola” arrivano «3500 chiamate l’ anno di donne – italiane e straniere – che subiscono violenza domestica da compagni, mariti e padri islamici». Ed è una delle poche associazioni che operano in Italia.

«L’ altro giorno al numero verde dell’ associazione – racconta Sbai- è arrivata la chiamata della mamma di Luana, una bella milanese emancipata caduta anche lei nell’errore di sposare un marocchino. È andata in Marocco Luana, ha portato i suoi figli. Si immaginava un viaggio di piacere. Ma il viaggio è diventato un incubo senza ritorno. E adesso è sospesa Luana, tra l’ Italia e il Marocco, tra la vita e un marito violento. Che poi le storie si somigliano tutte. Madri, figlie sorelle. Facce e frammenti di vicende che sentiamo ogni giorno con lo stesso male nel cuore.

Ancora: «Era senza senso il matrimonio della 28enne di Sant’ Anastasia in provincia di Napoli che un paio di mesi fa venne trovata sfinita sul marciapiede come uno straccio buttato al suolo. Scappava dal marito islamico – un marocchino anche lui – che voleva farle indossare il burqa e per essere più convincente la prendeva a calci e pugni e poi la chiudeva in bagno fino a sfinirla. Ed era senza senso anche il matrimonio della giovane a Sestri Levante che voleva portare i jeans e non il burqa e il marito pachistano la picchiava e feriva per farle capire che sbagliava». Potremmo aggiungere la ragazzina rasata dai genitori perché non voleva portare il velo a scuola. la ragazza è stata allontanata da quella famiglia. Potremmo ricordare Hina, la povera pakistana di Brescia sgozzata dal padre perché si comportava all’ occidentale. Quando si parla di integrazione dobbiamo sapere che la realtà è questa: «Il 60% delle bimbe marocchine in Italia ha smesso di andare a scuola», dice Sbai.

«Non succede neanche in Marocco- sostiene Sbai – . Sono dati impressionanti che ho dato al ministero. E il ministero ha risposto faremo, vedremo. La realtà è che avremo un’ altra generazione non acculturata e radicalizzata. Che ci porteremo il terrorismo addosso per altri 30 anni». Un lugubre, sinistro presagio. E ora ci sono anche le nozze a tempo in certe moschee, racconta: «Si sposano davanti a due testimoni con un tutore/procuratore, dicono che sono nozze valide ma non c’ è nulla di legale. Semplicemente lo sposo non deve niente alla moglie se la abbandona».

In una situazione normale si potrebbe lasciare che un qualche centinaio di donne l’anno provasse l’ebbrezza di un matrimonio islamico. Ognuno, in teoria, deve essere libero anche di farsi del male. Ma non siamo in una situazione normale. Come abbiamo visto, i frutti dei loro errori poi ricade sulla collettività: si chiamano Ismail e Youssef. Meticci che uccidono. E poi c’è il caso di donne ai margini, spesso attempate e rimaste sole, oppure intellettivamente sotto la media, che cadono nella rete e finiscono per favorire l’ingresso di veri e propri terroristi.

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E’ il caso della longilinea Charisse O’Leary, diventata la moglie di Rachid Redouane, uno dei tre terroristi di Londra. L’ex fidanzato Powel ha raccontato di essere stato lasciato da Charisse per sms e poi, un paio di mesi dopo, ha saputo che lei stava insieme a Redouane, che ha poi sposato dopo sole 12 settimane di fidanzamento.
Philippe e Charisse vivevano insieme a Manchester quando lei, nel gennaio 2012, decise all’improvviso di lasciare il suo lavoro e di tornare dalla madre a Londra. Sette mesi dopo il messaggio in cui lo lasciava. «Ero sconvolto di essere stato lasciato in quel modo – spiega – e sono stato ancora più sorpreso di sapere che si era sposata così velocemente». Il matrimonio permise a Redouane di rimanere in Gran Bretagna. «Quando ho saputo che Charisse aveva sposato un marocchino – racconta ancora l’ex fidanzato – non potevo crederci perchè non era proprio il suo tipo».

Ma il colpo di fulmine di Charisse ebbe vita breve: la coppia si separò dopo poco quando Rachid tentò di convincere Charisse a convertirsi all’Islam con la forza. I due hanno una bambina, Amina. Ora Charisse è stata arrestata durante un raid al suo appartamento di Londra, ma subito rilasciata.

Ergo, è tempo di soluzioni drastiche. Non possiamo permettere che le caldane di qualche disadattata metta a rischio la sicurezza di tutti noi. La libertà individuale non può mettere a rischio quella del gruppo.

Servono leggi che tolgano la cittadinanza a chi sposa un non europeo/occidentale. Vuoi sposare un marocchino? Te ne vai in Marocco, e non torni più. Soprattutto, i tuoi figli non saranno inglesi, francesi e italiani.

Tutto questo, ovviamente, non sarà fatto. Per ora.