Vicenza, PD dà via libera a più grande moschea del Veneto

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È il mega-centro islamico in fase (avanzata) di costruzione alle porte di Thiene, nel Vicentino. Una volta ultimata sarà la più grande moschea della regione. Un progetto da 523mila euro. Formalmente, si tratta di un «ampliamento » dell’edificio precedente. Di fatto, sono tre piani di mattoni e cemento. Più degrado: ambientale ed etnico.

A portare avanti il progetto è l’associazione «Il Futuro», il loro futuro. La Lega accusa il sindaco uscente Giovanni Battista Casarotto (che si ricandida con una lista sostenuta dal centrosinistra), di aver tramato alle spalle dei thienesi, tenendoli all’oscuro dell’opera. «E che dire poi del nome alquanto provocatorio dell’associazione?» sibila il segretario provinciale del Carroccio, Erik Umberto Pretto. «Ritengono di essere loro il “futuro” della città?». Il consigliere regionale Alessandro Montagnoli, che è stato il relatore della «legge anti-moschee» rilancia: «Viste le grandi dimensioni dell’edificio, sarebbe opportuno indire un referendum tra i residenti ». La stessa proposta arriva da Christian Azzolin, candidato sostenuto da civiche di destra, che definisce «scioccanti» le dimensioni della struttura e – tra un appello «a bloccare tutto » e una tirata su «noi, che non ci siamo mai negati nell’aiutare religioni differenti» – si spinge a sventolare lo spauracchio del terrorismo: «La parola passi ai cittadini. Non possiamo permettere che Thiene diventi un potenziale centro di raccordo per jihadisti infiammati dal desiderio di combattere la guerra santa o un punto di riferimento per la formazione di cellule dormienti pronte a colpire in casa nostra».

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Alex Cioni, portavoce del comitato PrimaNoi, interviene con un comunicato sulla costruzione della nuova moschea a Thiene: «lo Stato e le istituzioni devono avere un profilo laico. Strutture clandestine, moschee camuffate da centri culturali, sono cresciute come i funghi con il consenso delle amministrazioni che hanno la stessa visione dogmatica favorevole all’accoglienza dei flussi di immigrati che da anni tiene in ostaggio la politica italiana. La nuova moschea in costruzione a Thiene segue la medesima logica: si lascia fare, non si coinvolgono i cittadini per timore che qualcuno la trasformi in una questione di scontro politico».

«Non sono mai stato islamofobo – aggiunge Cioni – però è innegabile che le forme di integralismo islamista che stiamo conoscendo in questi anni in tutta Europa siano oggettivamente un pericolo per la nostra sicurezza. Può esistere il multiculturalismo – si domanda il portavoce di PrimaNoi – senza che i cittadini siano travolti da persone con una visione identitaria, culturale e religiosa così lontana dalla nostra?». E conclude: «l’Italia e l’Europa non possono divenire la terra dell’Islam, l’amministrazione comunale thienese uscente ha fatto male a non coinvolgere i cittadini nella costruzione di questa nuova struttura. Non finisce qui».