Parlano i parenti italiani di Youssef, il terrorista: “Era tanto un bravo ragazzo”

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La madre del terrorista italo marocchino parla con i giornalisti (ANSA)

Il silenzio circonda la villetta dove vive Valeria Collina, 68 anni, la madre di Youssef Zaghba, il meticcio, il terzo attentatore di Londra morto durante l’attacco islamico del 3 giugno. Con la casa in una stradina residenziale della frazione Fagnano di Valsamoggia assediata dai media internazionali, la donna per tutto il giorno non ha risposto alla porta. Forse chiusa nel suo appartamento, forse altrove. Convertita all’Islam, sposata ad un marocchino con cui ha avuto due figli, Youssef e la sorella Khaoutar che vive a Bologna, la donna è tornata a risiedere in Italia da meno di due anni, mentre il marito da cui si è separata, così raccontano i vicini, è nel paese del Nord Africa, a Fes, dove è nato anche Youssef.

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A Fagnano Youssef è tornato due volte nell’ultimo anno e mezzo. “L’ho sempre visto come un bravo ragazzo, che parlava poco. Però, poi, con le persone bisogna starci in mezzo”, ha detto Franca Lambertini, zia della madre, residente nella casa di fronte. “L’unico membro della famiglia che ha vissuto qui è la madre che era conosciuta, ma da diverso tempo non si vedeva in giro – ha confermato il sindaco di Valsamoggia, Daniele Ruscigno -. Anche lei ha vissuto diverso tempo all’estero”. Secondo fonti diplomatiche Youssef risultava tecnicamente iscritto all’Anagrafe italiani residenti all’estero a Casablanca, in Marocco, fino al marzo 2016. Poi risulta rientrato a Fagnano, mentre a Londra, dove pure pare abbia vissuto negli ultimi mesi, non si sarebbe mai registrato. Sul campanello della casa di Valsamoggia, invece, c’è il suo nome.

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No Ius Soli. Anzi, tornare allo Ius Sanguinis integrale. E visto che generare figli con donne del posto è un’occupazione islamica con altri mezzi, tornare alla legge pre-PSI sulla Cittadinanza, che non concedeva la cittadinanza ai figli di padri stranieri: ovviamente solo in caso di non europei/occidentali.