TERRORISTA ISLAMICO LAVORAVA IN METRO LONDRA, ASSUNTO DA SINDACO KHAN

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Ormai è un dovere far lavorare i terroristi nei trasporti pubblici. Ricorderete che quelli di Parigi lavoravano per i servizi bus della città e altri avevano accesso all’aeroporto. Non sfugge a questo ‘dovere’ Khuram Butt, il ventisettenne figlio di immigrati pakistani, che sabato scorso assieme a Rachid Redouane e a Youssef Zaghba, ventiduenne meticcio con cittadinanza italiana, ha seminato il terrore sul London Bridge e a Borough Market, uccidendo sette persone e ferendone 48.

E non un ‘trasporto qualunque’, Butt ha lavorato fino al mese di ottobre dello scorso anno, nella stazione di Westminster della Metropolitana di Londra. Casualmente, assunto proprio poco dopo l’elezione del sindaco Khan. Altro figlio di immigrati pakistani.

Il ventisettenne membro del gruppo radicale salafita britannico al-Muhajiroun e noto all’MI5, poteva quindi accedere liberamente ai tunnel sotto il Parlamento di Londra.

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Questo, nonostante Butt avesse avuto contatti con Mohammed Siddique Khan, uno degli organizzatori dell’attentato alla metropolitana di Londra del 7 luglio 2005, e comparisse nel documentario dal titolo “Il jihadista della porta accanto”, andato in onda nel 2016 su Channel 4. Il fratello, invece, si era infiltrato nell’esercito britannico.

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Essendo cittadini, non puoi non assumerli come dipendenti pubblici. Nelle forze armate. Nei trasporti. Per questo si infiltrano in modo così efficace.