I terroristi di Londra vivevano a Londonistan, dove non ci sono più inglesi

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Come abbiamo scritto, i due terroristi islamici dell’ennesima strage a Londra, dei quali è stata diffusa l’identità, vivevano a Barking, sobborgo della zona est di Londra, ormai definita Londonistan.

Un documentario televisivo del 1997 rivelava che in una scuola londinese, la Gascoigne Primary School di Barking, East London, il 90 per cento degli alunni parlava inglese come prima lingua. Questa cifra è scesa in meno di venti anni al dieci per cento. In pratica la situazione si è rovesciata. Un genocidio etnico. Più di 60 lingue diverse sono oggi parlate dagli studenti: una babele. Ed è tutta qui la spiegazione della strage islamica di Londra: la società multietnica genera violenza.

E il fatto che un bambino su dieci parli inglese come prima lingua, non assicura che sia ‘inglese’.

E pensare che così si presentava la scuola nel 1970:

Meglio di come si presenterebbe oggi, una scuola di qualche grande città italiana. Oggi, nella stessa scuola, la situazione è la seguente:

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Il che fa immaginare che cosa potrebbe essere la nostra terra tra una decina d’anni. E quante stragi islamiche potrebbero verificarsi.

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Il numero di alunni di età compresa tra cinque e undici anni è passato da 700 a più di 1.100 in otto anni: con una enorme spesa per i contribuenti. L’immigrazione satura le scuole rendendole invivibili e sottraendo risorse alla collettività.

Nel tipico stile ‘senza frontiere’, ogni settimana decine di alunni abbandonano per essere sostituiti da nuovi arrivati. Un tourbillon senza fine.
Circa 300 ragazzi e ragazze ogni anno arrivano durante l’anno, piuttosto che all’inizio – cinque volte di più rispetto alla media nazionale. Londra è Mordor.

Più di un terzo dei nuovi arrivi alla scuola di Gascoigne neanche parla inglese e per gli altri non è la lingua principale. Con costi enormi, sia economici, con insegnanti di sostegno, che culturali per i poveri bambini inglesi ormai minoranza.

E’ in atto in tutta Europa un genocidio contro le popolazioni autoctone: un genocidio che, come in Tibet, è portato avanti attraverso l’immigrazione. Ma questo tipo di genocidio lo chiamano ‘integrazione’.

E quei bambini integrati che stanno sostituendo i nostri nelle scuole, poi crescono. E armati di machete sgozzano ‘concittadini’ lungo le strade.