No, non hanno normalizzato Trump

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La bestia è ancora selvaggia. Lo stallone è ancora libero. La decisione per l’uscita degli Usa dal trattato di Parigi sul clima, al di là di tutte le riflessioni sulla sostanza, dimostra una cosa: Trump sta rispettando gli elettori che l’hanno votato, e questo in democrazia è ciò che conta, anche se la politica degli ultimi decenni lo ha reso, in tutto l’Occidente, un fatto inusuale.

Alcune scelte in politica estera, dettate da tattica più che da strategia, avevano messo in allarme i populisti. Ora l’allarme è, quanto meno, sospeso. Il ruolo di Bannon, il nazionalista stratega di Trump si dimostra più saldo che mai. I globalisti che volevano dirottare la presidenza battono in ritirata.

UFFICIALE, TRUMP SALUTA I FANATICI DEL CLIMA E SI RITIRA DA ACCORDO PARIGI – VIDEO

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Questa del clima è una religione. Non solo, è anche uno dei campi di battaglia tra democrazia e potere delle élite, tra nazionalismo e globalismo: conta più il volere degli elettori , oppure i desideri di un gruppo di fanatici convinti che per salvare il pianeta si debba uccidere l’uomo? Trump ha, per la prima volta in decenni, spostato il peso della Storia dalla parte della maggioranza silenziosa. Questo è, al momento, il risultato più importante del ritiro americano dagli accordi sul Clima di Parigi che, ricordiamolo, hanno nulla a che vedere con l’inquinamento, riguardano la riduzione di emissione di CO2 perché, alcuni scienziati, credono sia decisiva per il riscaldamento climatico. Credono, non hanno dati scientifici seri a supporto di quello che è, ad oggi, solo un atto di fede.

E poi, anche se fosse, la Cina è il primo produttore mondiale le di gas serra, col 29% delle emissioni. E questi sono solo numeri ufficiali, quelli veri saranno ancora più alti. Ergo: la Globalizzazione genera emissioni, non il nazionalismo.

La frase di Trump PITTSBURGH, NOT PARIS rimarrà nella storia. Esemplifica quali sono, o quali dovrebbero essere, i doveri di un capo di stato: verso la propria gente, non verso l’umanità. Che è un concetto totalmente astratto, utilizzato per nascondere una cricca di senza patria.

In conclusione: ogni trattato internazionale è una limitazione della democrazia nazionale e una mucca da mungere per un manipolo di speculatori e politici.