PD querela chi svelò rapporti del partito con i Fratelli Musulmani

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Il Pd querela Matteo Forte che avvalendosi delle rivelazioni dell’ex PD Maryan Ismail aveva presentato un dettagliato dossier sui rapporti tra democratici e fratelli musulmani, «Pd e islamismo politico: un rapporto non occasionale».

Nel documento venivano citati alcuni casi noti e uno inedito: un intervento della consigliera comunale Abdel Qader, eletta nel Pd, che nel 2012 proponeva di sostenere la causa del cugino, detenuto nelle carceri israeliane. Samer Al Barq, definito da una commissione del Senato Usa terrorista «in relazione all’utilizzo di antrace da parte di Al Qaeda e ad attività qaediste in Pakistan».

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Era quello il caso più eclatante, ma veniva inserito, come gli altri, in un discorso politico, dedicato a «un rapporto organico» fra la politica e quest’area dell’islam. Venivano citate associazioni e collaborazioni, e un’associazione, «Segnali», che annoverava nel suo «board» dirigenti del Pd ed esponenti musulmani di area Ucooi, fra cui il presidente del comitato «Libertà e democrazia per l’Egitto», indicata come sigla che sosteneva l’ormai deposto presidente egiziano Mohamed Morsi. Ma che Ucoii sia espressione in Italia dei Fratelli Musulmani non è certo una novità, è un dato di fatto.

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Il Pd non ha mai risposto. Loro preferiscono le aule dei tribunali, dove giovano in ‘casa’. E così ha presentato una querela per diffamazione. La notizia è confermata dal partito, che spiega di aver proceduto in questo modo «in seguito alla conferenza stampa e al dossier che associava il simbolo dei Fratelli musulmani a quello del Pd». In effetti i Fratelli Musulmani potrebbero sentirsi offesi.