Clandestino: “Italia è un posto di merda”

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“L’Italia è un posto di merda”. Il tunisino, clandestino, che nel dicembre 2015 proferì questa frase, mentre le forze dell’ordine stavano effettuando le procedure di identificazione, ora è stato rinviato a giudizio per il reato di vilipendio alla nazione, al massimo rischia una sanzione da cinquimila euro. L’avvocato del tunisino, Mauro Straini, ha depositato un’ eccezione di legittimità costituzionale perché considera l’articolo 291 del codice penale, introdotto durante il regime fascista, contrario all’articolo 21 della Costituzione che difende la libertà di manifestazione del pensiero. Il che può essere vero, le idee non si perseguono: ma allora anche l’idea che i tunisini e i nordafricani in generale siano un’etnia inadatta a vivere in Italia, o di merda non dovrebbe prevedere il reato di ‘odio razziale’, perché è una manifestazione del pensiero.

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Per l’avvocato del tunisino insultare l’Italia è lecito perché dire “L’Italia è un posto di merda” è soltanto l’espressione di un’opinione negativa che più volte si trova anche sulla bocca di chi ricopre ruoli di potere. Ora tocca al giudice penale stabilire se respingere la richiesta di eccezione costituzionale oppure accoglierla e aspettare che si pronunci la Corte Costituzionale.