Fa entrare in casa i vicini albanesi, torturata e massacrata di botte: “Mai sofferto tanto”

Vox
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Un giovane migrante le ha chiesto aiuto, lei lo ha fatto entrare e quello ha provato a strangolarla e l’ha torturata con un teaser, con scariche elettriche alla testa. Una storia raccapricciante, una storia di integrazione.

Cecilia Zanibon, 79 anni, residente in via Durer a Padova, racconta al giornale locale: «Sentivo la testa bruciare, quasi come se il cervello stesse scoppiando. Un dolore indescrivibile. Sono viva per miracolo».

Cos’è successo esattamente?

«Appena mi sono girata mi ha afferrato al collo da dietro. Voleva strangolarmi».

Lei però è riuscita a ribellarsi.

«Gli ho dato un calcio ma subito dopo sono caduta».

E quel ragazzo non si è fermato?

«Voleva uccidermi, era una bestia. Mi colpiva alla testa con un aggeggio che produceva scariche elettriche. Il solo rumore faceva terrore».

Cosa sentiva esattamente?

«Sembrava che la testa mi scoppiasse. Un dolore simile non l’ho mai provato in tutta la mia vita. Mi ha tramortita e mi sono svegliata dopo un’ora».

Cosa ricorda?

«C’era sangue dappertutto. Ero confusa. Non sapevo cosa fare esattamente, se chiedere aiuto e a chi».

Facciamo un passo indietro: perché ha aperto quella porta?

«Ho guardato attraverso lo spioncino e ho visto la faccia di un ragazzo. Mi sembrava uno di quelli che abitano al piano di sotto. Sono cinque kosovari. Ogni tanto abbiamo qualche problemino ma tutto sommato provo affetto nei loro confronti».

Problemi di che tipo?

«Sono giovani, vivono soli e fanno tanta confusione. A volte non riesco a dormire e allora mi arrabbio».

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Dunque lei era convinta che fosse uno di loro?

«Ne ero certa, per questo ho aperto la porta di casa».

Come descriverebbe quel ragazzo?

«Era sicuramente dell’Est. Aveva i capelli chiari e anche la carnagione era chiara. Mi ha detto di essere rimasto senz’acqua. Io lo volevo aiutare. Penso che se rimanessi senz’acqua mi farebbe piacere trovare qualcuno che mi aiuta. Volevo innanzitutto controllare se c’era lo stesso problema anche in casa mia. Per questo mi ero diretta verso il bagno».

Invece le ha teso un tranello.

«Non ho fatto in tempo a girarmi che quello mi ha messo le mani addosso. Voleva soffocarmi».

Ha capito che ferite sono quelle che ha in testa?

«Non ancora. Anche i medici stanno cercando di capire. Sembrano tagli ma hanno qualcosa di diverso. Probabilmente sono le abrasioni del taser».

Uno di questi tagli ce l’ha anche sotto il mento. Non è riuscita a vedere se ha usato un coltello?

«Purtroppo no. Non ho visto nulla. Sentivo solo le scariche elettriche».

Sarà difficile superare un trauma come questo. Cosa pensa della persona che l’ha aggredita in casa?

«Penso che una cattiveria del genere non si può nemmeno immaginare. Come si può trattare in questo modo un’anziana come me? Sola, per giunta».

La polizia sta indagando, le hanno parlato?

«Hanno interrogato tutti i residenti del condominio e hanno guardato anche in casa mia. Purtroppo avevo pulito gran parte del sangue che c’era a terra. Spero di non aver cancellato tracce importanti».

Pare che in casa sua non manchi nulla.

«Ma cosa pensava di trovare in casa di una casalinga vedova di 79 anni?».

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