BUCO DI 100 MILIONI DI EURO PER CURARE GLI INFETTI CHE SBARCANO

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Per curare gli infetti che sbarcano dai barconi, ma anche i loro problemi cardio respiratori, gravidanze, lesioni e le onnipresenti ‘turbe psichiche alla Kabobo’, nel 2016, le Regioni e le aziende sanitarie locali hanno speso 100 milioni di euro. Questo esclusi i costi dei clandestini già presenti e dei cosiddetti ‘richiedenti asilo’ ospitati nel tempo.

VERIFICA LA NOTIZIA[/caption]lockquote>Lo si desume dalle cifre ricavate dagli assessorati e dai previsionali delle Regioni più esposte all’emergenza migranti, è possibile stimare un quadro debitorio che supera appunto i cento milioni. In cui non sono calcolate le spese dell’anno in corso. Certo è che per coprire il buco finanziario delle Asl non basteranno gli 89 milioni di euro che il ministero ha previsto per il 2017 alla voce «rimborso per le spese degli enti del servizio sanitario regionale per l’assistenza e le rette di spedalità agli stranieri bisognosi». Basti pensare che solo la Lombardia, dove a oggi è distribuito il 13% dei richiedenti asilo, ha accumulato un «passivo» di 80 milioni di euro (un anno fa era di 120 milioni). Il bilancio della Campania conta 35 milioni di euro di residui passivi riferiti a «quote del finanziamento statale della spesa sanitaria per gli stranieri irregolari» e ha una previsione di spesa per il 2017 di 4,8 milioni. In Toscana, il totale dei crediti che le asl vantano sulle prefetture è di 12 milioni, di cui 3 per il periodo da gennaio a settembre 2016. La Calabria, con il porto di Vibo Valentia che sta ricevendo 3.600 persone da gennaio, deve ancora avere i 2 milioni e 674mila euro sborsati nel 2015 dalle sue 5 aziende ospedaliere (stesso trend nel 2016). La Puglia, coinvolta con il porto di Taranto, nell’anno trascorso ha finanziato l’assistenza agli irregolari con 5,5 milioni. E poi l’approdo per eccellenza del Mediterraneo, la Sicilia. Nei suoi porti di Augusta, Catania, Pozzallo, Palermo, Messina, sono giunte oltre 30mila persone da gennaio a oggi. Nel 2016 ha conteggiato un residuo passivo di 6 milioni di euro spesi per cure sanitarie. Ma i conti sono in rosso anche in regioni come il Veneto, che accoglie l’8% dei richiedenti asilo: tra maggio 2015 e novembre 2016 ha effettuato 19mila visite e 25mila vaccinazioni spendendo 3 milioni di euro. La Sardegna, «dogana sanitaria» come la Sicilia, ha impiegato nel 2016 185mila euro per il personale medico dedicato ai migranti, a fronte di oltre 9mila arrivi. Alle asl dell’isola le cure costano in media 43 euro al giorno a migrante, a cui vanno aggiunti 27 euro per la diagnostica specialistica (radiologia e altri esami). Tutto in conto allo Stato, che però tarda a saldare. E i migranti continuano a sbarcare.

Uno studio psicologico sui richiedenti asilo ha verificato che almeno 1/3 sono malati di mente. Sono stati individuati in molti casi ‘disagi psicologici’ e per ben un terzo problemi psichiatrici.
In sintesi: ospitiamo dei pericolosi pazzi. Con costi esorbitanti per renderli ‘tranquilli’.

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I Medici senza Frontiere invece sono più ottimisti:

MSF: “60% MIGRANTI HA PROBLEMI MENTALI”

E loro li frequentano molto, visto che ormai sono loro che ne scaricano la maggioranza in Italia.