Sindaco PD inaugura mega moschea a Forlì, donne dietro grata metallica

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Forlì ha la sua moschea. Minareto compreso. Simbolo di dominio maschile. Il centro di occupazione islamica è stato inaugurato ufficialmente sabato mattina con il taglio del nastro dal sindaco locale, il filo-islamico Davide Drei.

Avendo cupola e minareto, l’edificio si può propriamente definire moschea, una delle poche esistenti in Italia con queste caratteristiche (un’altra si trova a Ravenna).

Ha saluto la nuova struttura il sindaco Davide Drei: “E’ un giorno importante per la nostra città, è un tassello che si aggiunge alle libertà civili del nostro Paese”. Drei ha quindi spiegato che non si tratta “di una concessione, ma una conquista democratica, popolare e di libertà”. Ma certo, la libertà trasuda da ogni sura del Corano, non lo sapete?

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La struttura consta di 530 metri quadrati, per una capienza di circa 350 coloni islamici. L’interno è suddiviso da una grata metallica, per tenere separata l’area della preghiera delle donne da quella degli uomini. In tipico stile di conquista democratica, popolare e di libertà.

I lavori sono partiti nel 2014 e sono stati conclusi da alcuni giorni, in fretta e furia per essere pronta per l’inizio del ramadan. Tuttavia l’acquisto della terra e del capannone agricolo risale a circa dieci anni fa e al 2010 la variante urbanistica – potere dei Rolex – che permise la trasformazione del capannone nell’attuale moschea, che insiste su un’area di circa un ettaro che “confina” con l’argine del fiume Ronco.

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Ha portato il suo saluto, a nome del vescovo, anche don Enrico Casadio: “Da uomo religioso mi rallegro in quanto ogni persona deve essere libera di cercare Dio, auspico che sia così in tutti i Paesi e chiedo che gli amici musulmani si impegnino perché ci avvenga: quando si è minoranza si capisce anche l’altro e si desidera che anche l’altro possa esprimere la sua fede”. Infine un passaggio sul terrorismo: “Quando si parla di terrorismo si pensa all’islam, a torto: dobbiamo dimostrare che la religione non è un problema. Siamo tutti stranieri fino a quando non ci conosciamo”. Lui parla di conoscenza biblica, quella che ormai domina all’interno di una Chiesa corrotta che desidera la propria sottomissione in senso quasi sessuale. Anche senza il quasi.

Ai patrioti locali ci raccomandiamo di non intraprendere azioni come dare fuoco alla moschea.