“Sto per fare qualcosa di grande”, fermato immigrato musulmano

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PERUGIA – Lo hanno fermato prima che potesse fare “quel qualcosa di grande” come ripeteva, ascoltato, nelle intercettazioni. Arrestato per spaccio di droga, tipico dei terroristi islamici, ma nelle intercettazione, c’era molto di più sul conto di Mostapha M., un marocchino di 30 anni, residente a Passignano sul Trasimeno. Il migrante era un potenziale “lupo solitario” che voleva servire in tutti i modi lo Stato Islamico. Ogni migrante musulmano è un potenziale terrorista islamico.

“Io voglio andare in Siria… vado e rispondo alla Jihad. Molti pensano che sto scherzando quando dico che voglio andare in Siria per la Jihad. Vieni con me?”: così diceva al telfono il marocchino intercettato dai Ros. La Nazione, edizione umbra a firma di Francesco Marruco, mette in rilievo anche altri due frammenti emersi durante lo sbobinamento. “Allah Akbar hanno attaccato un posto dove ci sono i ministri”: riferito all’attentato a Londra del 22 marzo.

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Mostapha M., secondo il Pm Comodi, aveva già tentato l’abbraccio con i miliziani dello Stato islamico riuscendo ad arrivare solo in Turchia dove è stato fermato dalle forze dell’ordine locali. Niente Jihad. Lo straniero però non si era mai demoralizzato e si diceva pronto ad un qualcosa di grande in Italia e poi andare in Siria. Oltre che lo spaccio, il 30enne ora rischia di rispondere anche di terrorismo internazionale, quello che noi comuni mortali chiamiamo ‘islamico’.

Non si comprende perché impedire il viaggio di ritorno a casa loro di questi coloni: ponti d’oro al nemico che fugge.