UNO DI QUESTI 3 E’ STATO ARRESTATO STAMATTINA, L’ALTRO GLI HA FORNITO MIGLIAIA DI FINTI PROFUGHI – FOTO

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C’è una fotografia postata su Facebook che immortala l’allora ministro dell’Interno Angelino Alfano alla convention del Nuovo centrodestra, a Cosenza, abbracciato a Leonardo Sacco, 38enne governatore della “Fraternita di Misericordia” arrestato questa mattina nella maxi operazione contro la cosca Arena.

Dalle indagini della Dda di Catanzaro è emersa un’infiltrazione della ‘ndrangheta in tutte le attività imprenditoriali connesse al funzionamento dei servizi di accoglienza del Cara “Sant’Anna” di Isola Capo Rizzuto. Secondo gli investigatori, il tramite era proprio Sacco che, nel corso degli anni, ha permesso di aggiudicare a imprese create ad hoc dai mafiosi gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione presso il centro di accoglienza di Isola di Capo Rizzuto e di Lampedusa.

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Don Edoardo Scordio, il parroco della Chiesa di Maria Assunta arrestato questa mattina nell’ambito dell’operazione contro il clan Arena di Isola Capo Rizzuto, avrebbe ricevuto 132.000 euro nel solo anno 2017 a pagamento di note di debito “per servizi di assistenza spirituale” che avrebbe reso agli immighrati che vengono ospitati del Cara “Sant’Anna”. Negli atti della Dda di Catanzaro, che ha coordinato l’inchiesta sulla gestione del centro d’accoglienza per migranti del paese del Crotonese, il parroco è indicato come “gestore occulto” della Confraternita della Misericordia. Sarebbe proprio lui l’organizzatore di un vero e proprio sistema di sfruttamento delle risorse pubbliche destinate all’emergenza profughi. Avrebbe potuto farlo aggregando le capacità criminali della cosca Arena e quelle manageriali di Sacco. La presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha subito chiesto ad Alfano di “riferire immediatamente” sui rapporti col governatore della “Misericordia”, che “gestiva milioni di euro destinati all’accoglienza” ed “era presente al congresso del suo partito quando lui era ministro dell’Interno”.

Ovviamente, ora tutti si accorgono dello scandalo, ma Vox ve lo aveva detto 3 mesi fa:

PM: “Uomo ‘ndrangheta vicino Alfano ha creato impero con centri profughi”

Ha creato il suo impero coi centri per i profughi. Corteggiando il ministro e la sua famiglia. Ma gli investigatori sospettano che sia vicino a un clan della ‘ndrangheta. L’Espresso, in edicola domenica, racconta i retroscena dell’ascesa di Leonardo Sacco, a capo dell’associazione che gestisce a Crotone la struttura più grande d’Europa

Un’indagine fa tremare i signori dell’accoglienza. E rischia di mettere in serio imbarazzo quei politici, prefetti, sottosegretari e ministri che hanno avuto a che fare con l’impero fondato da Leonardo Sacco, governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, provincia di Crotone.

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Sacco ha trasformato l’emergenza sbarchi in un business per l’associazione che presiede e non solo. Anche alcuni imprenditori a lui vicini, infatti, sono stati coinvolti nell’affare. Per esempio c’è chi ha ricevuto in subappalto la fornitura dei pasti all’interno del centro di accoglienza che sorge tra Crotone e Isola Capo Rizzuto, in un vecchio hangar militare. Una scalata straordinaria, quella di Sacco e delle aziende amiche. Nonostante le ombre e i sospetti sollevati già nel 2007 da alcuni rapporti investigativi del Ros dei carabinieri che ne indicavano la vicinanza al clan Arena di Isola Capo Rizzuto.

Sacco può contare su amicizie trasversali, dal centrosinistra al centrodestra. Nel tempo ha costruito una rete di rapporti diplomatici con le istituzioni che si occupano dell’emergenza immigrazione. Per capire meglio la sostanza di questi rapporti è utile ricordare l’immagine scattata nel febbraio di tre anni fa alla convention dei vertici calabresi del partito del Nuovo centrodestra convocata a Cosenza. In quell’istantanea c’è Leonardo Sacco in posa con il ministro Angelino Alfano, all’epoca numero uno del Viminale. Il ministero con competenza diretta nell’emergenza sbarchi.

Quella sera con Leonardo Sacco, al fianco di Alfano, c’era anche un sorridente Antonio Poerio, che fino al 2011 si è occupato del catering per gli ospiti del centro di accoglienza crotonese. Fino a quando la prefettura non gli ha revocato la certificazione antimafia. Ma i sospetti sulle frequentazioni di Poerio risalgono a molto tempo prima. Già dieci anni fa per gli investigatori era in contatto con alcuni personaggi della cosca locale.

Qualche mese dopo la foto di rito tra Alfano, Sacco e Poerio, l’associazione Misericordia ottiene un’importante commessa. La prefettura di Agrigento, con procedura negoziata e d’urgenza, gli affida la gestione del centro di prima accoglienza di Lampedusa. Per dirigere la struttura viene scelto Lorenzo Montana. Travolto, però, dalle polemiche per la sua parentela con il fratello del ministro dell’Interno. Infatti la moglie di Alessandro Alfano è la figlia di Montana. Messo alle strette, il prescelto, ha poi deciso di rinunciare all’incarico.

Diciamo che quelle che l’Espresso definisce ‘amicizie trasversali’ è perché il partito di Alfano si chiama Nuovo Centrodestra e non, come dovrebbe, Clan Alfano. In realtà tutti i supporter e politici a libro paga di questo affarista che specula sull’invasione sono nell’area che gravita intorno al PD-NCD.

E che le Misericordie siano divenute centri di potere e di malaffare, lo abbiamo detto più volte.

Alfano è un boss più che un esponente politico e prospera in un ambiente ricco di parassiti che possono sostenerlo. Una rete estesa di clientele che tanto somiglia ad una organizzazione mafiosa.

E nulla più del business dell’accoglienza permette ai parassiti di moltiplicarsi. A danno dei cittadini. A danno della nostra terra.

Per questo individui come questo Sacco e come Alfano non sono semplici avversari. Sono nemici. Sono nemici pubblici.