Giudice assolve stupratore turco: “Nella sua cultura è normale sesso”

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In Germania sta prendendo piede un nuovo diritto penale, quello in base al quale un reato è da considerarsi tale solo in relazione alle tradizioni culturali della persona che lo commette. È quello che è accaduto nella cittadella di Brandeburgo sulla Havel dove – come riporta il Märkische Allgemeine – una donna tedesca è stata violentata da uno spacciatore di droga turco di 23 anni in casa sua. Prima l’ha afferrata per un braccio, poi l’ha scaraventata sul letto. La donna ha iniziato ad urlare pregando lo stupratore di fermarsi: inutilmente.

Il migrante non solo non si è fermato ma l’ha sbattuta contro la spalliera del letto incastrandole la testa tra le sbarre metalliche. La vittima ha continuato a dimenarsi per sfuggire alla violenza, e ha graffiato la schiena dello stupratore per difendersi. Invano. L’incubo è durato 4 ore, e si è interrotto solo perché lo spacciatore ha ricevuto una chiamata di ‘lavoro’, e ha dovuto lasciare l’appartamento.

Sulla ricostruzione della vicenda, non ci sono dubbi. E’ stata confermata. Ma non è bastato per infliggere una condanna allo stupratore. Per il giudice, infatti, quanto avvenuto ha due diverse letture: da un lato la versione della donna vittima di stupro riconosciuta come vera; dall’altra quella dell’imputato secondo il quale non si è trattato di uno stupro, ma di «sesso selvaggio» consumato in «maniera amichevole». Per la Corte, non conta la violenza subita e il reato, ma il fatto che lo stupratore abbia pensato in quel momento di avere il consenso della vittima nonostante questa lo incitasse a smettere. Kafkiano: ora il reato non è più un fatto oggettivo, ma dipende dalle ‘sensazioni’ del carnefice.

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A giustificazione del pensiero dell’imputato, c’è la mentalità presente nel «circolo culturale turco» per la quale sostiene il giudice – lo stupro non è tale, ma piuttosto è una forma di «sesso selvaggio». Quindi il reato penale non si è manifestato perché lo stupratore ha pensato che non ci fosse alcuna violenza, e questo è sufficiente per provare la mancanza di intenzionalità. La Corte di Brandeburgo sulla Havel ha pertanto ritenuto di rilasciare lo spacciatore anche se ha riconosciuto che è un «duro colpo» per la vittima. Follia. La Sharia è in Europa.

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Una sentenza che farà sicuramente discutere soprattutto per le motivazioni di ragione culturale addotte per giustificare lo stupro. Le statistiche rivelano che i casi di condanne penali continuano a calare in Germania. Secondo uno studio pubblicato dall’Istituto di Ricerca Criminale della bassa Sassonia nel 2012, solamente l’8,4% dei casi denunciati di violenze sessuali hanno portato poi alla condanna degli stupratori. Anche in Svezia a Hovrätten recentemente si è verificato un caso simile, dove uno stupratore iracheno è stato rilasciato perché «non in grado di capire e interagire con altre persone». Nelle corti europee le tradizioni culturali dello stupratore o la sua volontà sembrano sufficienti a giustificare le loro violenze. Se sono migranti.

E’ interessante notare che tutto questo avvenga soprattutto nelle società nordeuropee: a dimostrazione che il femminismo non è motivato dal miglioramento della condizione femminile, ma è solo l’espressione di un malessere della società che si degrada. Ora è sostituito dal cuckoldismo verso l’invasione.