Padova, Pensionata mangia dal cassonetto vicino a case dei profughi

Vox
Condividi!

PADOVA – Le mani rugose non hanno vergogna di frugare, nude, dentro il cassonetto. Tirano fuori cipolle, sedano, una melanzana, addirittura una confezione di salatini ancora integra. C’è un supermercato vicino. Lei strappa confezioni, seleziona, ci sa fare. Ripone con cura in un sacchetto di nylon. Le cose migliori però vanno nella borsetta. Gli altri guardano e tirano dritto.

VERIFICA LA NOTIZIA

Signora ma che fa?
«E non lo vede? Prendo».
Ha una voce tenue ma decisa. Sono per lei?
«Certo ma le porto anche a chi ha bisogno. Le darò anche alla parrocchia di Sant’Osvaldo. Scusi vada, devo prendere il 16».
Il 16?
«L’autobus, non capisce? Poi mi farò aiutare a portare su e giù la roba quando arrivo là».
Posso chiederle come si chiama? (Mi fulmina con un lampo)
«Laila»
E dove abita?
«In via Facciolati, vivo da sola».
Ma quanti anni ha?
«Ottantacinque»
Complimenti signora…
«Ma che complimenti! Bisogna tenere ea geatina sveja. E dopo ci sono anche quelli veramente poveri, bisogna aiutarli».
E per lei non tiene niente? (La voce si alza, un po’ scocciata)
«Se c’è un pomo eo magno. Ah… ben ciò!».
Ma lei ha la pensione?
«Sì 600. Facevo la sarta sopra la farmacia di piazza Garibaldi, per 60 anni».
E le basta?
«Tuto basta, anche vegnere in patumiera. Quando vado al cimitero di Torre, ogni sabato, dopo torno, e vengo qua».


Vox

Quello che non spiega l’articolo è che lì, a poche decine di metri, ci sono alcuni appartamenti adibiti a ‘centro profughi’.

Ad una 85 enne italiana 600 euro di pensione. Ai fancazzisti 35 euro al giorno in vitto, alloggio e marchette varie (più pocket money per gli sfizi). Non è normale. Un governo del genere è da mettere al rogo.