ERGASTOLO PER LO SGOZZATORE ALBANESE DI ISMAELE

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CHIESTO ANCHE DI INDAGARE AMBERA SALJI, LA FIDANZATA ALBANESE

Dopo sette ore di camera di consiglio, la Corte d’Assise di Pesaro ha condannato all’ergastolo Igli Meta, il ventenne immigrato albanese che sgozzò il povero Ismaele Lulli, 17 anni. Il ragazzo fu ucciso a Sant’Angelo in Vado il 19 luglio 2015.
Il complice, Mario Mema, ventenne, anche lui albanese, che si è dichiarato innocente e lontano dal luogo del delitto, ha avuto 28 anni e 4 mesi di carcere. A lui è stata tolta l’aggravante della premeditazione. Tolta l’aggravante delle sevizie ad entrambi gli imputati. Sgozzare non è una sevizia.

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La Corte d’Assise ha ritenuto anche che gli atti del processo debbano essere trasmessi alla procura di Urbino per indagare Ambera Salji, la giovane che aveva scatenato la gelosia di Meta, principale teste d’accusa della procura e rimasta finora fuori dal processo.

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I parenti di Mario hanno pianto alla lettura della sentenza, mentre quelli di Igli non c’erano, come sempre. La mamma di Ismaele, Debora, con le lacrime agli occhi, ha voluto ringraziare il pm e i carabinieri che hanno indagato per poi salire in auto e tornare a casa. L’avvocato Salvatore Asole, che insieme all’avvocato Carlo Taormina, ha difeso Igli, ha commentato: «Noi avevamo chiesto fin dal primo momento che Ambera venisse indagata e il tribunale se ne accorge solo ora delle sue responsabilità. Ci rivedremo in appello».

E ora si butti via la chiave, sperando che l’ergastolo, come sempre, non sia solo una decina d’anni e poi ai servizi sociali.