Trump tratta Gentiloni come un cameriere: “Ho detto di pagare. ​E l’Italia darà più soldi alla Nato”

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Ci ricordavamo il marchese Gentiloni durante la campagna elettorale americana, gridare ai quattro venti tutto il suo disprezzo per il candidato populista e l’appoggio alla moglie di Clinton. Poi, lo ricordiamo scioccato, subito dopo il voto, affermare magnanimo che, nonostante tutto, avrebbe comunque ‘collaborato’ con Trump. Era la prima fase, si stava preparando a mettersi a novanta gradi.

Come è inevitabilmente accaduto l’altro giorno, durante la visita alla Casa Bianca. Dove è stato trattato come un sottoposto. Ruolo a cui il marchese Gentiloni pare si sia adattato con molta eleganza. A sentire la parole del presidente americano.

“Con il primo ministro italiano abbiamo scherzato”. Ai microfoni dell’Associated Press, Donald Trump svela un retroscena sul bilaterale avuto nei giorni scorsi con Paolo Gentiloni.

“Forza – avrebbe detto il presidente americano durante l’incontro – dovete pagare, dovete pagare”. E oggi, a distanza di qualche giorno, sentenzia: “L’Italia pagherà (i propri contributi al bilancio della Nato, ndr)”.

Il governo sarebbe pronto ad aumentare il contributo economico versato alla Nato. Trump non svela i particolari, ma Gentiloni avrebbe garantito un maggior impegno dell’Italia nel far fronte alle spese belliche per difendere i Paesi che fanno parte dell’Alleanza Atlantica. Un impegno che andrebbe a migliorare i bilanci in rosso della Nato. “Con il primo ministro italiano abbiamo scherzato – ha raccontato il presidente americano all’Ap nell’intervista rilasciata in occasione dei primi cento giorni alla Casa Bianca – gli ho detto: ‘Forza, dovete pagare, dovete pagare’. E (l’Italia, ndr) pagherà”. A quel punto, come racconta anche Repubblica, il giornalista dell’Associated Press avrebbe cercato di ottenere dettagli più concreti dell’accordo: “Glielo ha detto? Glielo ha detto nel vostro incontro privato?”. Ma Trump si sarebbe limitato a garantire: “Finirà per pagare. Ma prima di me nessuno glielo aveva chiesto. Nessuno. Nessuno gli aveva chiesto di pagare. Questo è quello che intendo quando dico che la mia è un tipo di presidenza diversa dalle altre”.

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Nell’intervista con l’Ap Trump ci ha tenuto a ribadire che la Nato, per come è considerata oggi, è “obsoleta” perché “non combatte il terrorismo” e che i Paesi membri “non pagano”. Quando lo aveva detto in passato era già stato riempito di critiche. Ma, ci tiene lui stesso a precisare, aveva “ragione su entrambi i fronti: ho preso critiche per un paio di giorni, perché nessuno aveva criticato la Nato prima. Ma poi alcuni esperti hanno iniziato a dire che avevo ragione”.

Dal punto di vista di Trump, è ovvio chiedere agli alleati di pagare. Ma dal nostro, dopo settant’anni dalla fine della guerra, pagare per avere truppe americane a casa nostra, è un po’ troppo. Ovviamente non può essere un governo abusivo ad avere il coraggio ‘eversivo’ di cacciare le truppe di occupazione, per quello serve un governo che, al momento, è anche difficile immaginare. Ma un giorno ci sarà.

Per intanto, pensare di aumentare le tasse per finanziare il complesso militare industriale della Nato, struttura elefantiaca che combatte una guerra finita da decenni contro un nemico inesistente, è ridicolo. E proprio per questo, lo faranno.